Categoria: Rivista Online - Edizione - Maggio 2016

TTIP: documenti di Greenpeace creano imbarazzo alla UE e Stati Uniti in fase avanzata sul Trattato Ttip. In questi giorni Greenpeace ha rivelato documenti scottanti sulla trattative segrete che Washington e Bruxelles portano avanti da 3 anni sul libero scambio fra Stati Uniti ed Unione Europea, acronimo (Ttip). La questione non può farci stare tranquilli, siamo coinvolti direttamente, un eventuale accordo transatlantico sarà una ghigliottina anche per il nostro mercato a causa dei preaccordi bilaterali tra il nostro primo ministro e il Presidente degli Stati Uniti, durante il vertice G5 di Hannover, di cui nulla trapela. Non possiamo restare indifferenti sul biscottino che UE e Washington ci stanno preparando. È di questi giorni l’alzata di scudi dell’Organizzazione mondiale Greenpeace, la quale ha proposto una raccolta di firme per indire un referendum. Il Ttip è una corsa verso il Fosso delle Marianne, e in termini ambientali, di tutela dei consumatori e di protezione della salute, oltre a quello che viene tenuto nascosto, la perdita di sovranità nazionale che viene demandata alle grandi Lobby economico finanziarie. Nel trattato è contemplato che le Lobby potranno addirittura invocare l’intervento di commissioni arbitrali internazionali per impedire l’adozione di leggi nazionali non solo in materia di protezione dell’ambiente, dei consumatori e della sanità della popolazione, ma in base al principio della difesa del libero mercato e degli investimenti anche sulla legislazione riguardante importanti settori, come quello ospedaliero, o interi mercati. Questo spiega il motivo per cui le trattative, si sono svolte nella massima segretezza. In base al Ttip, noi italiani saremmo costretti a bere il Chianti californiano, lo Champagne del Texas, e le bistecche ONG, con trattamento di ormoni non più proibiti. Anche i formaggi che metteremo in tavola, nonostante l’Italia sia un grande produttore saranno di provenienza statunitense. Avremo l’Asiago, il Parmigiano Reggiano, il Silano, la Mozzarella di bufala, clonati dall’ingegneria genetica statunitense! Marchi storici perderebbero il famoso marchio di difesa, DOC e DOP che da sempre ha accompagnato la qualità dei prodotti italiani. Scompare un’altra importante clausola quella del principio di precauzione che fino ad oggi ha tutelato la nostra salute, le case produttrici europee avevano l’obbligo di rispettare le nano particelle di sostanze pericolose. Ora tutto questo decade. O meglio bisogna dimostrare a posteriori che le sostanze possano essere state la causa di malattie o decessi. Con il Ttip, la sovranità nazionale sarebbe limitata in tutti i campi in base a regole apparentemente tecniche e neutre, in nome di un commercio internazionale senza vincoli. Al vertice di Hannover presenti Obama, Merkel, Hollande, Cameron e Renzi, Obama ha esercitato forti pressioni affinché questi negoziati vengano chiusi al più presto. Secondo nostre fonti nessuno dei leader presenti ha posto obiezioni, l’unico anche se non concreto è stato Hollande, forse non se la sentiva di prendere seduta stante una decisione vitale per il suo paese senza consultarsi con il suo governo e infatti pochi giorni dopo ha dichiarato la sua ferma opposizione. Gli altri, Merkel ma sopratutto Renzi, hanno garantito al presidente americano che avrebbero fatto di tutto per far giungere in porto questi negoziati, che ricordo, si protraggono da oltre tre anni in modo segreto alla faccia del rispetto dei diritti dei cittadini europei. Greenpeace con la sua mossa ha spiazzato UE e Washington, ha reso pubblico il boccone avvelenato, che si stava architettando senza trasparenza. 
 
Ad oggi è difficile capire quanto la fuga di notizie possa fermare le trattative in fase avanzata. La UE con la nuova Luogotenente decisa da Washington Angela Merkel, non ha alcuna capacità di opporsi a Washington, i leader eccetto Hollande sono semplici esecutori nelle mani delle grandi multinazionali e dei gruppi finanziari che pompano questo trattato. Gli Stati Uniti puntano anche ad un secondo trattato tutt’ora in corso simile al Ttip, questo è con i Paesi del Pacifico e si prefiggono due scopi: 1 – stabilire delle regole che continuano a vivere indipendentemente dagli orientamenti dei singoli Governi nazionali. In pratica, una Costituzione ad hoc voluta dai grandi gruppi economici finanziari, per istituzionalizzare il governo delle multinazionali, la stessa promossa anche in Italia e che spero in ottobre si possa ribaltare. 2 – stabilire le regole geopolitiche che rappresentano l’obiettivo statunitense di decidere le regole del gioco economico e finanziario a livello internazionale prima che la Cina che le renda difficili se non impossibili. E infatti non a caso, la Cina è stata esclusa dal trattato del Pacifico su espressa volontà di Washington. La fretta di Obama e dei grandi gruppi economici che lo sostengono non è dettata dalle resistenze europee, di cui Washington se ne infischia, vista l’incapacità dei paesi membri di difendere gli interessi nazionali per mancanza di nerbo dei leader europei, ma dal cambiamento di umore dell’opinione pubblica statunitense che sta influenzando le attuali primarie in corso negli Stati Uniti. La Campagna per le presidenziali del candidato repubblicano Donald Trump in difesa del ceto medio/basso americano ha cambiato la visione sulla globalizzazione a tal punto da costringere la candidata Hillary Clinton a promettere, salvo ripensamenti, che bloccherà il trattato dell’accordo con i Paesi del Pacifico da lei stessa promosso. Quello che indigna è che l’esito delle trattative sarà determinato dagli Stati Uniti. Noi dobbiamo sperare che il Ttip diventi il canto del cigno della globalizzazione in favore della GLOCALIZZAZIONE, unica alternativa vera alla crescita economica. Abbiamo una grande possibilità togliere l’embargo alla Russia e rafforzare gli scambi economici in un contesto multipolare euroasiatico. 
 
Maurizio Compagnone Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana”