Categoria: Rivista Online - Edizione - Giugno 2015

Nel giorno della  festa della Repubblica, a distanza di più di settant'anni, quanti segreti mantenuti ancora in ombra sulla complicità del governo italiano nella nascita della R.S.I.! L' 8 settembre del 1943 l’Italia annunciò l’armistizio con le Forze Alleate.  C’era però un altro tavolo, quello non ufficiale, dove il governo Badoglio continuò a collaborare con il vecchio amico tedesco. Tra ricatti, ostaggi, minacce e sotterfugi, l’illustre prigioniero Mussolini veniva così sottratto agli Alleati e consegnato ai tedeschi il 12 settembre a Campo Imperatore.

In una dichiarazione scritta  rilasciata a Vincenzo Di Michele - autore della novità editoriale "L'ultimo segreto di Mussolini" - l’agente Nelio Pannuti, addetto alla sorveglianza personale di Mussolini al Gran Sasso,  affermò  che quell’incursione dei tedeschi “sembrava proprio un’azione concordata, tant’è che, una volta liberato il Duce, ci fu un momento conviviale tra soldati italiani e tedeschi nella sala dello stesso albergo, tutti con le armi in spalla pacificamente.

Per non parlare del riaggiustamento storico nella cronologia dei fatti. Il comandante dei carabinieri al Gran Sasso Alberto Faiola fu pure encomiato, quando al contrario questi non solo non predispose alcuna misura cautelativa, ma venne anche meno ai suoi doveri invitando alcuni suoi amici proprio in quei giorni all’albergo di Campo Imperatore.

Una nuova verità storica con inediti e nuove testimonianze. Si trattò di un accordo tra il governo Badoglio e i tedeschi e la vicenda è raccontata sin dagli inizi grazie anche alla testimonianza – sconosciuta a molti – di Karl Radl, l’aiutante di colui che erroneamente è stato sempre considerato il vero artefice dell’“Operazione Quercia”: il capitano Otto Skorzeny.

Roma 01 / 06/2015

Vincenzo Di Michele