Categoria: Rivista Online - Edizione - Novembre 2016

Motivazione per l’attribuzione del “Premio Friends of Florence – Salone dell’Arte e del Restauro 2016”
 
La Commissione giudicatrice del premio offerto dalla Fondazione no profit Friends of Florence in occasione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze 2016, riunitasi nel locali dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze nella Fortezza da Basso, dopo approfondito esame dei vari progetti presentati e dopo ampia discussione, ha deciso all’unanimità di attribuire il Premio al progetto di restauro presentato dalla ditta Studio Ardiglione - di Nicoletta Marcolongo e Angela Tascioni - e da Natalia Materassi, relativo alla tela proveniente dalla chiesa di San Jacopo Sopr’Arno e ora in deposito presso la chiesa di Santa Felicita raffigurante Il miracolo dell’indemoniata guarita da un santo Vescovo, nota come L’ossessa. Si tratta di un’opera di grandi dimensioni che, nonostante sia in buona parte celata dalle velinature, si intuisce come di grande qualità, databile attorno alla metà del Seicento e presumibilmente da attribuire al pittore fiorentino Mario Balassi, ipotesi che solo il restauro potrà tuttavia precisare. Lo stato di conservazione risulta gravemente compromesso, essendo stata l’opera duramente colpita dall’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 e recando ancora vistosi strati di sporco di deposito di origine alluvionale. Il progetto presentato appare redatto con alta professionalità, nitidamente esposto e argomentato e particolarmente accurato anche per quanto concerne le notizie storiche di corredo. Nel suo insieme dimostra una eccellente individuazione e comprensione delle problematiche conservative della tela. Risulta ugualmente descritto in maniera ineccepibile il percorso di analisi scientifiche che devono precedere e accompagnare la materiale esecuzione del restauro. Ugualmente il progetto risponde al più avanzato stato dell’arte per quanto riguarda materiali impiegati e tecniche di intervento, e offre dunque ampie garanzie che il restauro offrirà il miglior risultato ipotizzabile sia dal punto di vista strettamente conservativo sia da quello estetico.
Se queste sono le ragioni per le quali la Commissione ha attribuito al progetto il Premio Friends of Florence 2016, preme sottolineare anche l’alto valore simbolico della tela in relazione alle celebrazioni volte a ricordare l’alluvione del 1966 in occasione dei cinquant’anni dal luttuoso evento.
La tela – come risulta dalla memoria del sacrestano di Santa Felicita raccolta dall’archivista dellastessa chiesa - fu infatti recuperata sotto una spesso strato di fango e cherosene da una squadra di giovani statunitensi accorsi in soccorso della città ferita, con non poche difficoltà visto che il dipinto era stato trascinato dalle acque sul pavimento della chiesa e coperto, oltre che dalla melma, da sedie e altri arredi che rischiavano di danneggiarlo ulteriormente nelle fasi del recupero. Così la testimonianza: “Alcuni giovani americani, saliti su tavole improvvisate, presero  l’iniziativa di ripescare dall’alto le sedie servendosi di rami d’albero finiti in chiesa e fecero del loro meglio per non offendere il dipinto di cui nessun tratto della pittura era ancora riconoscibile. Si poté così procedere all’estrazione della sfortunata tela, divenuta di una pesantezza tale da sfidare pure questi giovani robusti (…). Quando, a furor di braccia, l’opera fu issata e liberata da quella melma che colava pesante (…) vedemmo comparire dall’impasto grigio verde fattosi più sottile il viso dell’indemoniata e un americano, guardando la ragazza dipinta, gridò nella sua lingua (mi tradussero le sue parole così): “Evviva, Firenze non è morta, Firenze è viva” E tutti applaudirono e io mi misi a piangere”.
 
 
 
Elisa Bonini
Friends of Florence - Press Office Italy 
mob. +39 333 6729563 
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.