Categoria: Rivista Online - Edizione - Maggio 2016

Brasile

L´era del Partito dei Lavoratori arriva alla fine dopo 13 anni.  Il numero karmico "Tredici" rappresenta la fine, la trasformazione e la rinascita. Si dice che chi vive sotto l’influenza del “Tredici” avrà la reale possibilità di riparare o di completare ciò che nelle vite passate è rimasto incompiuto. Se ciò corrisponde al vero solo il futuro ce lo rivelerà. Un gruppo tacciato di malgoverno, ancorchè autore di progetti in favore delle classi meno abbienti cade assieme al presidente Dilma Rousseff all´alba del 12 maggio con 55 voti a favore dell´inizio del processo di impeachment e 22 contro, nella speciale sessione del Senato nazionale. Il governo è quasi in stato di bancarotta per quanto è stato depauperato e per un debito pubblico alle stelle. La crisi economica ha fatto il resto, ma se non ci fosse stato cotanto ladrocinio il Paese non si sarebbe impoverito al punto da esasperare gli animi dei cittadini scesi in più occasioni nelle piazze per rivendicare i propri diritti, sempre più compromessi, dalla svalutazione del denaro e dall´aumento esorbitante dei prezzi. Oltre 300.000 imprese fallite, 11 milioni di disoccapati e un deficit primario (entrate meno spese senza contare gli interessi) calcolato in un anno in 136,022 bilioni di reais, corrispondente al 2,28% del Prodotto Interno Lordo (PIB) sono numeri che parlano da soli. L´operazione "Lava Jato" (autolavaggio) corrispondente alla nostra "Mani Pulite" ha sventato il maggior sistema di corruzione dell´America Latina, operato da politici, grandi imprese di opere pubbliche e da alcuni dirigenti di quello che avrebbe dovuto essere il gioiello nazionale, la "Petrobras" industria brasiliana del petrolio. Fino al 2014 il Brasile era considerato una superpotenza emergente, candidato ad essere la 5º potenza economica mondiale, ma i conti interni già non tornavano. Le principali agenzie di rating arricciavano il naso a causa del rallentamento della crescita e delle politiche di bilancio espansionistiche del presidente Dilma Rousseff; Standard & Poor's  abbassava a BBB- la valutazione, con outlook stazionario, l'agenzia Fitch, di seguito, tagliava il rating del Paese a "BB" da "BB+", con outlook negativo, prevedendo una contrazione dell'economia brasiliana del 3,8 per quest´anno. In sostanza, si spendeva più di quanto si potesse e si ricorreva al credito delle banche nazionali.

La Corte dei Conti brasiliana (Tribunal de Contas da União -TCU) ha dichiarato il governo Dilma colpevole del delitto di responsabilità fiscale. Manovra conosciuta popolarmente come "pedalata fiscale" ovvero uso di fondi provenienti dalla banche pubbliche per gonfiare artificialmente il risultati del governo e così migliorare il bilancio nazionale. Questa manovra contraria l´art. 36 della Legge sulla Responsabilità Fiscale ( Legge Complementare n.101 del 4 maggio de 2000) ed è stata all´origine del processo di impeachment.

La presidente Dilma e il suo blocco governativo hanno sostenuto che le "pedalate fiscali" ci sono sempre state anche nei governi precedenti e che una tale manovra non potrebbe essere causa di impeachment ma la scusante per operare un ignobile "golpe istituzionale". Nel 2005, ricordiamo, ci fu il processo c.d. del "Mensalão" in cui molti politici del governo Lula furono condannati per una sorta di compravendita di voti parlamentari e lì comincia la perdita di credibilità del PT al governo e dei partiti alleati. Lula ebbe a dire all´allora candidata alla successione presidenziale Rousseff: "Dilma, la tua elezione sarà la realizzazione finale del mio governo". Certamente non imaginava lontanamente quello che sarebbe successo e il triste epilogo del suo legato. E poi, all´epoca chi lo avrebbe detto, lo stesso Lula oggi è indagato nella mega operazione anticorruzione comandata dal giudice Moro.

Comincia un nuovo capitolo che ci fa sorgere una domanda: Sarà il governo del neo eletto Michel Temer capace di recuperare la fiducia del mercato internazionale ma soprattutto quella dei brasiliani? Il Brasile è difficile da governare; molti problemi, molti partiti politici, molti politicanti, molti interessi. Un certo Tom Jobim, musicista degli anni Cinquanta e creatore della Bossa Nova diceva: “Il Brasile non è per principianti” e mai come oggi appare chiara la complessità di questo Paese - Continente.

Lula e il PT avevano  tracciato il disegno di una società perfetta. Forse essi non scompariranno definitivamente dalla scena politica ma con la caduta di Dilma una cosa è certa, l´utopia che hanno per anni incarnata, oramai si è malinconicamente dissolta nel nulla.

 
Giuseppe Arnò