Categoria: Rivista Online - Edizione - Dicembre 2016

Siamo oramai sul traguardo d´arrivo, alle soglie del referendum e molta gente non ci capisce più di tanto. C´è chi ritiene che la campagna per il referendum costituzionale sia stata esauriente e chi, invece, è di parere completamente contrario.

In effetti, la campagna informativa sia in Italia che all´estero, noi scriviamo per l´appunto dal Brasile e ne sappiamo qualcosa di divulgazione del referendum da queste parti, è stata insufficiente. Non fosse stato per la buona volontà di qualche associazione no profit di divulgare in forma comprensibile le ragioni del “sì” e del “no” molti nostri concittadini residenti all´estero avrebbero solo capito che votando per il sì, si sarebbero verificati alcuni tagli in Parlamento e l´estinzione delle Province e di tutto il resto sarebbero rimasti completamente all´oscuro. Dal canto loro, i partiti politici cercando di speculare al massimo sulla situazione d´incertezza che si è venuta a creare hanno confuso ancora di più gli elettori paventando eventi apocalittici nel caso di vittoria dell´uno anzicchè dell´altro schieramento. In questo caso i politici fanno forse anche inconsapevolmente il gioco della grande finanza internazionale, che alle sorti del referendum non è affatto indifferente. Come nel 2011 l´incubo dello spread architettato dai signori del rating condizionò la politica italiana e purtroppo il nostro destino, oggi entra in scena un´altra grande minaccia; le banche in odore di fallimento. C´è chi avverte e non a torto che le varie campagne, da un pò di anni a questa parte, come quelle contro la corruzione, il malgoverno, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro pulito o sporco che sia, la delinquenza internazionale, la pur controversa necessità di accoglienza dei migranti, ecc., sotto le sembianze innocenti della giustizia sociale e della solidarietà, servano a camuffare l´ inesorabile avanzata dell´oligarchia finanziaria internazionale verso il dominio dittatoriale planetario che sarà realizzato attraverso un esproprio globale, una volta operata l´eliminazione degli stati sovrani. In altre parole, l´insorgere di un nuovo ordine mondiale governato da un ristrettissimo gruppo elitario internazionale. Tale strategia, tra l’altro non è controllabile, perché pluriarticolata in tanti punti e passaggi difficili da individuare e combattere. Per dare un’idea, si potrebbe dire che non ha né capo né coda, anzi, tante teste che, se tagliate, ricrescono come all’Idra di Lerna, ma, ciò che è peggio è velenosa. A questo punto, stare in allerta è dir poco! Vorremmo tanto augurarci che il referendum, indipendentemente da chi vinca, non sia stato un ingranaggio del mostruoso meccanismo ideologico-propagandistico sul quale si starebbe realizzando il succitato disegno dell´esproprio globale, ma un nobile e sincero tentativo di rendere più vicine le istituzioni ai cittadini.

G.&G Arnò