Categoria: Rivista Online - Edizione - Dicembre 2016

 
Verso il Natale tra il “SI” e “NO” il derby e Fidel
 
Si avvicina il Natale ma manca l’atmosfera. Sarà colpa del riscaldamento globale o semplicemente dei cicli della terra, fatto sta che le festività anche quest’anno dovranno fare a meno del piacevole freddo tipico di questi giorni. Prima che si scateni la folle corsa al regalo natalizio si compilano le liste degli articoli da comprare, da cui andranno sicuramente depennati sciarpe, guanti e cappelli. Piccoli regali in modalità low coast, ormai diventati articoli di antiquariato meteorologico, lontani dalla quotidianità e utilizzabili a Roma solo in alcune giornate eccezionali, ad esempio quelle preannunciate per questa settimana.  A parte queste eccezioni nelle piazze assolate del centro storico, impazzano ancora gli Spritz al posto delle bevande calde, mentre sullo sfondo gli addobbi con i babbi natale, le renne, il muschio e quant’altro appaiono climaticamente molto lontani. 
Alla vigilia della tornata referendaria per la riforma di alcune parti della costituzione il dibattito è in pieno fermento. Il partito del Si e quello del No fanno a gara giornalmente per schierare l’endorsement più  autorevole, i cosiddetti  “influencer” che veicolano le tendenze in tutti i campi della vita sociale. Oltre alla politica, pareri autorevoli si sono espressi dal mondo della moda allo sport, passando per il food che tanta attenzione ha guadagnato negli ultimi anni. Massimo Bottura Chef dell’Osteria Francescana di Modena, che The World's 50 Best Restaurants  considerato l'Oscar dei cuochi ha classificato come il ristorante migliore del mondo, ha dichiarato in maniera provocatoria “Se vince il No chiudo e mi trasferisco a New York “. Ne saranno ben felici i gourmet residenti nella grande mela, che ora si staranno certamente augurando la vittoria del No a prescindere. 
L’idea generale è che il bombardamento mediatico abbia creato più confusione che altro, tanto che il popolo degli indecisi, quello che sarà il vero ago della bilancia, invece di ridursi è in continuo aumento. Nella settimana decisiva per approfondire il tema referendario e prepararsi adeguatamente al voto, un nemico inaspettato si è schierato contro l’affluenza alle urne, Il derby calcistico Lazio – Roma, roba per cuori forti. Anche se i ridicoli provvedimenti di prefetti vari ed altri personaggi in cerca d’autore hanno allontanato dall’evento la tifoseria più appassionata, la stracittadina catalizza sempre tutte le attenzioni degli sportivi, che rischiano anche di dimenticarsi dell’evento elettorale. 
Ad una questione di tifo calcistico, si è anche ridotta la discussione su come la nuova amministrazione cittadina stia governando la città. I fautori della Sindaca Raggi giurano sui progressi in atto per migliorare il decoro di Roma, mentre i detrattori della stessa sostengono che nulla sia cambiato. I primi si appostano agli angoli delle strade per fotografare e diffondere in rete le foto dei secchi dell’immondizia, ripresi appena svuotati dopo il passaggio dei camion dell’ AMA. Gli altri invece, aspettano il momento giusto per riprendere gli stessi cassonetti strabordanti di rifiuti, diffondendo poi le immagini sui social network. A margine della grottesca contesa, intorno ai secchioni ogni notte va in scena il gran ballo delle pantecane, con gli enormi e pasciuti  topoloni che pascolano allegramente in mezzo alla mondezza.
Come in tutto il mondo anche qui la morte di Fidel Castro ha animato il dibattito. A Roma sono ancora  moltissimi i nostalgici rivoluzionari da tastiera, radical chic difensori del regime e spesso abitué dell’Avana. In panama bianco,  col dollaro in tasca e amanti dei sigari e del buon Rum, delle spiagge e speriamo non del turismo sessuale, fenomeno per cui l’isola si è tristemente distinta sotto il regime castrista. Quelli per cui tutto il male risiede unilateralmente nell’embargo usa e che ”…si però li gli ospedali funzionano bene…”. Cuba è una tra le mete più gettonate dai Romani anche da quelli che a parte tutte le chiacchiere idealiste, pur godendo degli stessi piaceri durante le loro visite, non hanno potuto fare a meno di imbattersi nelle condizioni di degrado e di negazione della dignità umana prodotte dal lider maximo.  Per tenere testa agli states la dittatura ha negato un’esistenza ad intere generazioni, garantendola però a tutta la parentela della “revolucion”, che gli effetti della stessa non ha minimamente subito, osservandola comodamente dal Messico o da qualche altro stato amico. E mentre a Roma la discussione è appannaggio dei moltissimi fans dell’isola caraibica  e di chi ha molto tempo da perdere su facebook, tra le strade di Miami è festa grande per le tante famiglie spaccate dal regime che ora sperano di ricongiungersi presto.
Chi invece un po’ di tempo lo dedica alla cultura non può perdersi assolutamente la mostra di Edward Hopper, al Vittoriano fino a febbraio. Il più popolare artista americano del XX secolo, sarà in esposizione con oltre 60 opere rappresentative del suo intero percorso artistico. All’Ara Pacis invece fino a febbraio c’è Picasso Images, circa 200 fotografie del Musée National Picasso-Paris, tratte dagli archivi dell’artista stesso e dalle acquisizioni del museo, in cui è ricostruito il rapporto del Maestro con il mezzo fotografico, dall’utilizzo come strumento di indagine fino alla collaborazione con grandi fotografi. Due grandi eventi da visitare in attesa del Natale.