Categoria: Rivista Online - Edizione - Agosto 2016

 

Quanto difficilmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!” (Marco 10: 21-23) . E molta di quella gente che comanda le fila della Finanza mondiale non entrerà sicuramente nel Regno dei Cieli. I precetti cristiani del non cercare di arricchire sempre di più, del non recare danno agli altri e del dovere di restituire ciò che è stato a questi ingiustamente sottratto riparando il danno arrecato, non fanno parte del modus operandi dei dittatori della finanza, i quali notoriamente esercitano una particolare attività economica che consiste nel non produrre assolutamente nulla, ma nell’arricchirsi manovrando sia la produzione, sia il suo finanziamento, sia il valore del denaro da usarsi in entrambe le operazioni.

Ahimè, questa è oramai  la cultura che domina la nostra civiltá, impostata sul criterio del massimo profitto economico e dell’accumulo selvaggio di capitale a danno della povera gente; la Finanza, che tutto può, ha trasformato gran parte dell'economia reale in economia di carta e la crisi che attanaglia il mondo occidentale e non è la conseguenza della voracità di prepotenti speculatori. Di fronte a cotanto potere i governi si sentono inermi e soggiacciono ai ricatti loro imposti. Ma non siamo i soli a recriminare l´ingiusto mondo della finanza vorace.

Il sistema bancario Europeo così com´è non piace per nulla, infatti, Antonio Patuelli presidente dell’Abi (l’Associazione Bancari Italiana),  non molto tempo fa ha dichiarato: “è come un’aquila bicipite: un solo corpo con due teste che si beccano l’un l’altra”.

Quanto meno inaspettata questa affermazione di Patuelli per non dire scioccante considerando il pulpito da cui proviene. Il capo dei banchieri italiani che critica il sistema cui appartiene? Beh, tutto sommato la critica è onesta e costruttiva, dobbiamo ammetterlo, e punta secondo noi a proporre una via d´uscita alla deplorevole dicotomia del sistema bancario europeo.

Secondo Patuelli c’è un’Europa positiva, “quella monetarista” (cioè appunto quella di Draghi e dei banchieri) “che spinge per lo sviluppo attraverso le abbondanti iniezioni di liquidità”; ed un’Europa negativa “quella degli organismi internazionali, che spinge per un eccesso di regole”. Purtroppo, l´Europa negativa riesce a prendere il sopravvento su quella positiva, vedasi la clamorosa mossa della Bce di togliere liquidità al sistema bancario greco che non rappresenta null’altro che un deplorevole ricatto nei confronti del governo e del popolo greco. Inoltre purtoppo, la BCE ha imposto un “regime” nel sistema bancario europeo in cui le banche private costituiscono il braccio armato che inesorabilmente soffoca il mercato impadronendosi della moneta come se fosse di sua proprietà e non del mercato, distruggendo le economie nazionali e ogni possibilità di ripresa.

La BCE è, ripetiamo, vorace e i responsabili della crisi che sta opprimendo l´Occidente non sono di sicuro i giovani del Sud Europa, eppure su di loro ricadono le conseguenze, nella completa indifferenza dei rispettivi governi e nel ripugnante cinismo dei Paesi del “Nord” Europa e degli organi europei.

Abbiamo, quindi, un´Europa divisa da una faglia naturale e culturale, una parte sta al di sopra della linea di faglia, nelle gelide lande ed è occupata dai popoli del Nord, economicamente più forti, che vogliono imporsi e comandare, l´altra parte insiste al di sotto, economicamente più debole ed è popolata dalle genti mediterranee che sono stanche di ubbidire. I “forti” al Nord fanno cartello contro i “deboli” del Sud. Le nuove generazioni del Sud sono in ebollizione per l´austerity loro imposta e di cui non ne sono la causa, l´Europa non comprende il problema ma potrebbe trovarsi difronte ad una bomba ad orologeria in fase di count down, Brexit è solo la prima avvisaglia! Non si può concepire un´Europa composta da vari popoli, dalle culture e caratteristiche differenti,  come un´unica e immensa fabbrica simile a quella del celebre film di Chaplin “Tempi Moderni”, ma si deve dare spazio anche ad altri campi quali la cultura, l´arte, l´ingegno, l´inventiva, il talento, il design e perchè no, il sistema ittico e agro alimentare e tutte le altre virtù mediterranee, senza le quali i “forti” oggi non sarebbero quello che sono. Non possono esistere popoli migliori e peggiori da nessuna parte e più che mai in un´Europa unita, almeno sulla carta!

Una vera Europa di popoli e culture, in un piano paritario, un’ Europa solidale e meno egoista e un pizzico di più mediterranea dovrebbe essere l´Europa del futuro, se ancora all´Unione Europea si riserva serio interesse, cosa di cui dubitiamo seriamente, altrimenti è meglio ritornare sui propri passi; un eventuale “Blocco di Libero Scambio Mediterraneo” potrebbe, su basi solidali e paritarie, avere assicurata lunga e prospera vita.

Chiaro però che non bisogna perdere il filo del discorso da cui si è partiti; per risollevare l’inflazione c’è solo una maniera: aumentare salari e occupazione, proprio il contrario di quello che l´attuale sistema finanziario, adagiato nel proprio paradiso, sta facendo, ma per fare questo è necessario sconfiggere la famigerata dittatura bancaria, ovvero immettere denaro nel sistema senza passare dalle banche ma dandolo direttamente a famiglie e imprese perché sia riavviata senza intoppi l´economia nazionale. Impossibile? No, basta che si sia in tutti a volerlo. In verità stiamo disquisendo su come modificare l´ordine delle cose; missione impossibile dal momento che da quando mondo è mondo i poveri sono sempre esistiti, così come i ricchi... e sarebbe pura utopia pensare di eliminare questa ingiustizia sociale, la si potrebbe solo e lievemente attenuare. C´è da dire però che in fondo ai poveri è stata promessa una cosa, se può servire da consolazione, che ai ricchi è resa molto improbabile, il Regno dei Cieli!  E la Finanza malefica? Quella ha il destino segnato:

"È più facile che un cammello

passi per la cruna di un ago che

un ricco entri nel regno di Dio".

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