Categoria: Rivista Online - Edizione - Febbraio 2016

"Con il referendum del prossimo 28 febbraio si deciderà la sorte del 25% della popolazione Svizzera rappresentata dagli stranieri ivi residenti e come rappresentanti dei nostri connazionali all'estero sentiamo l'esigenza e il dovere di intervenire in questa fase dibattuta della campagna referendaria per lanciare un appello forte agli italiani di doppia cittadinanza a votare NO in ragione del carattere confuso e palesemente xenofobo del quesito e della ratio che lo sottende". Lo dichiarano in una nota i senatori Aldo Di Biagio (AP) e Claudio Micheloni (PD).  "Non ci si può lasciar convincere da quelle argomentazioni a sostegno del SI, che sotto il velo di un conservatorismo anacronistico celano posizione populiste e demagogiche tendenti a violare principi universalmente sanciti ed in grado di infiammare l'odio sociale in un momento storico in cui la cultura dell'accoglienza è fortemente messa a rischio". "Non è una questione di rispetto dei diritti di cittadinanza come viene detto dai sostenitori del Si, - spiegano i senatori - poiché non verranno espulsi solo i cosiddetti "delinquenti" e gli autori di reati gravi ma alto sarà il rischio che in particolare siano espulsi i giovani stranieri in ragione dell'insussistenza di parametri chiari e certi di identificazione delle categorie non gradite". I senatori evidenziano: "la storia e la tradizione degli italiani e dell'emigrazione italiana, fatte di sacrifici, di rispetto, di solidarietà ma soprattutto di perfetta integrazione, devono essere un giusto riferimento per privilegiare una logica dell'accoglienza che si collochi ben oltre la facile demagogia che mal concilia con i dettami internazionali di rispetto dei diritti dei cittadini, per questo è giusto che la comunità italiana prenda una posizione chiara e degna della sua storia. Pertanto invitiamo i cittadini con doppia cittadinanza italo-svizzera a votare e a far votare NO al referendum, per dire NO alla cultura dell'espulsione legittimata dalla mera xenofobia".

Roma, 19 febbraio 2016



Sen. Claudio Micheloni
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