Categoria: Rivista Online - Edizione - Giugno 2016

 
PADOVA - La conferenza sul tema “La Sindone - Novità e Conferme”, promossa e organizzata dal Sodalizio “Abruzzese-Molisano” del Veneto con la collaborazione della Pontificia Basilica del Santo di Padova e tenuta sabato 14 maggio 2016 a Padova presso lo Studio Teologico della Basilica del Santo, ha rivolto l’attenzione alla situazione della datazione radiocarbonica della Sindone eseguita nel 1988 che non è statisticamente attendibile. Datazioni alternative la collocano al primo secolo dopo Cristo. L’immagine corporea non è spiegabile, ma l’ipotesi più attendibile è connessa ad un fenomeno elettrico (effetto corona). 
 
Patrocinata dalla Basilica del Santo di Padova, dall’Università degli Studi di Padova, dalla Regione del Veneto, dal Comune di Padova, dalle Regioni Abruzzo e Molise, la conferenza ha trattato le ultime novità relative alla Sindone emerse nella recente ostensione di Torino come la datazione radiocarbonica al primo secolo alternativa a quella del 1988. 
 
Sono stati esaminati i principali risultati avuti da più docenti dell’Università degli studi di Padova con la collaborazione delle Università di Udine, Bologna, Parma, Modena e del Politecnico di Bari, finanziati da un Progetto di Ricerca intitolato “Analisi multidisciplinare applicata alla Sindone di Torino: studio dell’immagine corporea, di possibili inquinamenti ambientali e di micro particelle caratterizzanti il tessuto di lino”. I relatori della conferenza sono stati i docenti dell’università di Padova: Giulio Fanti del Dipartimento di ingegneria Industriale e Responsabile del Progetto di Ateneo sulla Sindone, Gianni Barbaccia del Dipar-timento di Agronomia, Matteo Bevilacqua dell’Ospedale; Reverendo Padre Enzo Paolo Poiana, Rettore della Basilica del Santo. 
 
 
Il prof. Giulio Fanti, nella sua introduzione, ha segnalato che la Sindone è un tessuto di lino a spina di pesce e mostra due immagini: frontale e dorsale e poi si è intrattenuto prevalentemente sulla doppia immagine corporea impressa nella Reliquia più importante della Cristianità e più studiata a livello scientifico, le analisi eseguite hanno dimostrato l’attuale impossibilità tecnico-scientifica a riprodurre tale immagine, ma l’ipotesi più attendibile è connessa ad una emissione di energia elettrica che ha prodotto il cosiddetto “effetto corona”. A Padova sono state riprodotte immagini simil-sindoniche utilizzando un manichino in scala ½ assoggettato a tensioni di 300.000 volt. Ha anche trattato, fra altri argomentazioni, le molteplici ferite corporee conseguenti alla flagellazione e alla crocefissione.    
 
Il prof. Gianni Barbaccia si è intrattenuto sulle analisi del DNA delle polveri aspirate evidenziando la probabile origine del Sacro Telo dall'antica India. Le analisi hanno evidenziato la presenza di almeno 19 specie vegetali, non solo piante comuni nel bacino del Mediterraneo ma anche piante con centro primario di origine in Asia.  Le analisi hanno rilevato anche sequenze provenienti da almeno 14 soggetti di diversa origine etnica. La diversità del DNA cloroplastico vegetale e del DNA mitocondriale umano è anche compatibile con il percorso storico seguito dalla Sindone durante il suo presunto viaggio dal Vicino Oriente fino a Torino. 
 
Il prof. Matteo Bevilacqua ha relazionato sulle sperimentazioni su cadavere fatte con la riproduzione della Sindone 1 a 1, che hanno portato a novità assolute. Ad esempio l’uomo della Sindone ha subito un grave trauma cadendo con la croce sulle spalle, subendo una lussazione della spalla destra. L’uomo della Sindone è stato trafitto sette volte con i chiodi: due volte alla mano destra, alla mano sinistra e al piede destro e una volta al piede sinistro. Lo studio dell’immagine umana ha fatto emergere l’inimmaginabile entità dei dolori subiti 
 
Il rev. Padre Enzo Paolo Poiana, Rettore della Pontificia Basilica del Santo Padova, ha concluso brillantemente i lavori richiamando alcune citazioni di più Pontefici sul tema della Sindone, attirando una viva attenzione degli convenuti. La conferenza ha avuto, nonostante la forte inclemenza meteorologica, una grande affluenza, al limite della capienza della sala, di pubblico molto attento a quanto i relatori esponevano. E’ stata un’ulteriore testimonianza di quanto il Sodalizio “Abruzzese-Molisano” del Veneto sa proporre nei territori di accoglienza. 
 
*Portavoce delle Associazioni iscritte all’Albo Comune di Padova per l’area tematica “Attività Culturali” (n. 480 associazioni), Presidente del Sodalizio “Abruzzese-Molisano” del Veneto e del Consiglio Nazionale Associazioni Abruzzesi e Molisane.
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Fonte: Goffredo Palmerini