Categoria: Rivista Online - Edizione - Luglio 2016

Da Londra è partito l'attacco all'élite finanziaria, economica e politica che ha creato il mostro della Globalizzazione, un penta rapace che ha conficcato i suoi artigli nella Globalizzazione e nel predominio del capitale finanziario che in ogni luogo, sta destabilizzando i mercati del lavoro e massacrando i ceti medio bassi che stanno generando diseguaglianze sociali. 
Le lobby finanziarie hanno capito che senza correttivi immediati, l'effetto domino trascinerà a se altri paesi e tra questi il più vulnerabile è l'Italia. 
Da Bruxelles e dalla BCE è arrivato ordine di spingere al ribasso la Borsa di Milano e i titoli bancari. Senza gli interventi straordinari della BCE, i rendimenti delle obbligazioni pubbliche italiane salirebbero e quindi il differenziale con i Bund tedeschi si amplierebbe. 
Ma quello che rende traballante l'Italia, è non solo il volume di debito pubblico che pesa come un macigno, ma anche la fragilità del sistema bancario e una economia stagnante. In queste condizioni ci apprestiamo a trascorrere una estate torrida, non solo per il clima, in attesa della scadenza di autunno quando ci sarà il voto per il Referendum sulla riforma costituzionale che, in caso di NO, aprirebbe una crisi politica, che unita alla crisi economica italiana ed europea porterebbe l'Italia ad implodere nelle sue istituzioni e a decretare la morte dell'Europa. 
Il Referendum in Italia coincide con un altro grande evento, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Si da per scontato, la vittoria di Hillary Clinton, che rappresenta la continuità della politica di Obama decisa a Wall Street e si tralascia completamente l'effetto Trump su cui nessuno avrebbe scommesso, eppure Donald Trump, nelle primarie statunitensi, ha travolto i candidati dell’establishment politico ed economico statunitense. 
Se Trump dovesse mantenere quanto promesso nella lunga campagna elettorale, ci apprestiamo a vivere una controrivoluzione, la fine della globalizzazione e delle politiche neoliberiste avviate durante la presidenza di Ronald Reagan e Margaret Thatcher, per proiettarci verso un nuovo neo-popolarismo in cui verrà rimodulato il rapporto tra i cittadini e la loro rappresentanza. 
Il mondo di oggi è sottoposto ad un processo di globalizzazione e frammentazione (nazionalismi e particolarismi). Il momento storico dopo il fallimento della Globalizzazione richiede di individuare un nuovo modello di società che si contrapponga alla Globalizzazione e, in cui venga valorizzato il locale nel suo aspetto duale, impedire il dominio di una cultura unica ed omologante e dall’altro la rinascita di spiriti nazionalistici localizzati. 
C'è bisogno di un nuovo popolarismo in cui punto focale è la centralità del territorio, la famiglia e lo sviluppo. Il nuovo popolarismo dovrà contenere le complesse trasformazioni del nostro tempo. Non si può più parlare di Globalizzazione se non ci si contrappone all'altra faccia del fenomeno, "Il Glocale" che si pone tra globale e locale, questo nuovo neologismo, prende il nome di "Glocalizzazone" costola del nuovo popolarismo. 
A differenza della globalizzazione, non genera disgregazione, e, in una visione glocalizzata i territori non rappresentano solo luoghi geografici, ma luoghi di condivisione di carattere economico, culturale, etico e sociale, e ogni territorio deve valorizzare quei patrimoni locali di cui dispone che rappresentano il valore aggiunto di ogni Regione e che rimane unico in quanto modello non riproducibile in altri territori. 
La Glocalizzazione pone come punto focale l’individuo, la Comunità e l’interazione tra gli individui. Costoro pur proteggendo le loro culture assorbono i fenomeni provenienti dal mondo globale ridimensionandoli a livello territoriale. L'Italia è nelle condizioni di dare una svolta e un calcio alle politiche economiche finanziarie liberiste che hanno distrutto la nostra identità storica.