Categoria: Rivista Online - Edizione - Marzo 2016

 
 
         
  

 
A
ppropriarsi della terra dei popoli indigeni e imporre loro il nostro modello di sviluppo è causa di una miseria inenarrabile. È quanto denuncia il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni Survival International nel suo nuovo rapporto intitolato “Il progresso può uccidere”. I fatti sono impressionanti e indiscutibili, anche se spesso i libri di storia li tacciono o sminuiscono. 
 
A distruggere i popoli indigeni non è mai stata la mancanza di “progresso”, bensì il furto della loro terra e delle loro risorse, immancabilmente giustificato da vecchie ideologie razziste su una loro presunta arretratezza. Quando questo accade, infatti, la loro salute e il benessere precipitano drasticamente.
 
I dati raccolti nella nuova edizione de “Il progresso può uccidere” rappresentano solo la punta di un immenso iceberg fatto di malattie, frustrazioni, dipendenza e suicidi.
 
Particolarmente impressionanti sono il tasso di HIV in Papua Occidentale  dove nel 2000 non si registrava nessun caso mentree nel 2015 le persone colpite erano più di 10.000  e di mortalità infantile tra gli Aborigeni Australiani, che è doppio rispetto al resto della società australiana. Gravissima anche la situazione tra i Boscimani del Botswana e gli Warao del Venezuela.
 
“Che razza di sviluppo è quello che fa vivere la gente meno di prima?” ha detto Roy Sesana portavoce dei Boscimani, sfrattati con la forza dalla loro terra nel 2002. “Prendiamo l’HIV/AIDS. I nostri bambini non vogliono andare a scuola perché là vengono picchiati. Alcuni si danno alla prostituzione. Non ci è permesso cacciare. Si picchiano perché si annoiano e bevono. Alcuni hanno cominciato a suicidarsi. Non si è mai vista una cosa del genere prima! È questo lo ‘sviluppo’?”
 
Al contrario, i popoli indigeni che vivono nelle loro terre sono invariabilmente più sani, e godono di una qualità di vita di gran lunga migliore di quella di milioni di cittadini impoveriti e marginalizzati da una crescente disuguaglianza mondiale. Garantire che possano continuare a mantenere il controllo delle loro terre e dei loro stili di vita è fondamentale non solo per il loro futuro, ma anche per quello dell’intera umanità.
 
“I popoli indigeni non sono né arretrati né primitivi. Non lo sono mai stati. Sono solo diversi, perché diverse sono le risposte che hanno dato alle sfide della vita. Esattamente come tutti noi, anche loro hanno continuato a evolversi e adattarsi a un mondo in perenne cambiamento” ha commentato oggi la Direttrice di Survival Italia, Francesca Casella. “Per questi popoli, il vero ‘progresso’ comincia con il riconoscimento dei diritti territoriali e continua con la possibilità di decidere autonomamente del proprio sviluppo. Ma senza terra e libertà, cesseranno addirittura di esistere. Non possiamo permetterlo. Invitiamo tutti a leggere il rapporto e a diffondere la voce dei popoli indigeni: possiamo  e dobbiamo  impedire che succeda ancora.””
 
 
Il progresso può uccidere
Leggi il rapporto di Survival "Il progresso può uccidere".
Survival chiede all'ONU di garantire che i diritti sanciti nella Dichiarazione ONU sui Popoli Indigeni siano applicati a tutti i progetti che coinvolgono loro e le loro terre.
Colla e alcool ai bambini Bayaka
Nelle foreste africane molti bambini indigeni vengono pagati con alcool e colla da sniffare in cambio di lavori manuali, come la pulizia delle latrine. Alienate e derubate delle loro terre, molte comunità stanno diventando tossicodipendenti. Approfondisci.
 
Fame e malnutrizione 
Sedentarizzazione forzata, povertà ed emarginazione sociale hanno portato molte comunità indigene a morire di fame, oppure a dipendere dal cibo spazzatura più economico, con conseguenze devastanti sulla salute. Leggi la notizia.
 
 
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Inoltra

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