Categoria: Rivista Online - Edizione Settembre 2016

La stagione calda è agli sgoggioli, con essa scivolano via velocemente gli entusiasmi sportivi che l’hanno accompagnata fino alle Olimpiadi di Rio. Il risultato dell’Italia fotografa un paese che sa pescare nelle sue risorse per fare sempre in qualche modo la sua figura. Le carenze organizzative si appoggiano sulle  prestazioni straordinarie dei singoli individui, ma lo sbilanciamento sul calcio è troppo massiccio per permettere investimenti seri nelle altre discipline. Se fosse una pagella vecchio stile la maestra scriverebbe “dimostra molte capacità ma non si impegna abbastanza”.

In una Roma dalle presenze rarefatte è giunto nella notte l’eco lontano dell’urlo della terra. La scossa di magnitudo 6.0 della scala Richter avvertita in maniera evidente nella capitale, ha strappato i Romani dal sonno catapultandoli in un triste déjà vu del terremoto dell’Aquila. Stavolta l’orrore brutale del sisma si è abbattuto nella provincia di Rieti, cancellando paesi interi e trasformando Amatrice, uno dei borghi più belli d’Italia, nella triste icona di questa tragedia. La macchina dei soccorsi scattata in maniera tempestiva ha strappato alle macerie tante persone restituendole ad una nuova vita, arginando il numero delle vittime alle 292 su tutto il territorio colpito. La tragedia tocca da vicino la capitale perché Amatrice è strettamente legata a Roma, sono molte infatti le famiglie originarie di quei luoghi. Ed è infatti pesante il tributo dei romani tra le vittime di Amatrice, che se d’inverno conta poche centinaia d’individui d’estate si riempie di amici e parenti che in quei luoghi trascorrono le proprie vacanze. Una malaugurata coincidenza ha voluto anche che fosse imminente la sagra dell’Amatriciana, la celebre pasta identitaria della cultura gastronomica locale nonché protagonista indiscussa della cucina Romana. Evento che richiama ogni anno un gran numero di visitatori, rivelandosi stavolta fatale per molti di loro.

La solidarietà nazionale verso le popolazioni colpite non si è fatta attendere, in migliaia a Rieti e a Roma si sono recati a donare il sangue, tanto che dopo due giorni si è dovuto interrompere per problemi di abbondanza. Così è stato anche per le raccolte di beni alimentari e di varia natura, che in capo a qualche giorno sono state momentaneamente stoppate per lo stesso motivo. Bisognerà ora vedere se la solidarietà saprà cavalcare l’onda lunga dell’emergenza per andare oltre l’impatto emotivo iniziale, perché i bisogni e le necessità delle popolazioni colpite dalla calamità andranno ben oltre le prime settimane. Anche sui social network con il passare dei giorni le iniziative di solidarietà si moltiplicano, ma insieme alle polemiche. Un calderone che unisce  persone animate da buone intenzioni e meschine figure in caccia di click. Iniziative di marketing mal celate dietro ai buoni propositi, insieme a sterili polemiche che mettono a confronto il trattamento dei rifugiati politici con quello dei terremotati. La medaglia dell’infamia va però agli sciacalli, miseri individui che si aggirano tra le macerie per depredare quel che rimane dei ricordi di esistenze spazzate via. Le polemiche attraversano anche il mondo della comunicazione, reo in alcuni casi di scivolare nella spettacolarizzazione del dolore. Troppe le trasmissioni costruite intorno alla disperazione delle singole storie umane, a volte un po’ forzate e ripetitive che nulla aggiungono all’informazione e forse tolgono qualcosa alla dignità delle vittime, indifese davanti a cronisti la cui coscienza risponde solamente ai numeri  dell’audience.  

Oltre al terremoto, l’attenzione dei romani e concentrata sulla Sindaca Raggi da cui si attendono a breve segnali concreti di cambiamento. E normale che per entrare nei meccanismi di una città governata per oltre 20 anni dalla politica classica occorra un po’ di tempo, ma i mesi si susseguono e nulla sembra mutare. L’emergenza rifiuti appare superata complice forse anche il minor carico di agosto, ma bisognerà verificarlo ora con la città che pian piano tornerà a funzionare a pieno ritmo. I cittadini non avvertono nessun tipo di cambiamento sostanziale e sono stanchi di proclami, slogan e discorsi sui danni delle vecchie amministrazioni. Tra pochi giorni con la riapertura delle scuole traffico, trasporti pubblici e tutti gli altri problemi atavici della città si ripresenteranno inesorabilmente e allora il tempo delle parole sarà scaduto.

Finché il tempo tiene e bene godersi questi scampoli d’estate girando per la città. La luce del tardo pomeriggio regala immagini di rara bellezza della capitale, come il tramonto visto dalla terrazza di Castel Sant’Angelo, che spazia sul centro di Roma fino al “Cuppolone” di San Pietro. Oltre ai monumenti  molto interessante la mostra “La Misericordia nell’Arte”, allestita presso i musei capitolini in concomitanza dell’anno Giubilare. La raccolta esplora il concetto di Misericordia attraverso le rappresentazioni artistiche presentando dipinti, sculture e miniature, opere d’arte concepite attorno ad uno dei temi cardine della cristianità.