Categoria: Rivista Online - Edizione Settembre 2016

 

È pur vero che la tanto attesa Casa Italia sia stata realizzata in un prestigioso club carioca ma ciò non doveva significare naturalmente che per essa sarebbero valse le regole di accesso riservate ai soli soci e invitati speciali.

Quella che avrebbe dovuto essere l´expo mondiale delle eccellenze italiane a Rio20016 al Costa Brava Club si é rivelata un´attrazione riservata ad alcune “Caste” locali e di casa nostra.

Grande occasione per promuovere i nostri grandi marchi con un adeguato brand management, andata a pallino.

Si obietterà che il pubblico non è mancato, che si sono consumati tanti pasti etc. etc. Ma non ci è dato sapere chi abbia scelto gli invitati e con quali criteri; la comunità italiana è a dir poco indignata e a nulla son servite le proteste a tal proposito giunte da ogni dove.

Le “Case” di tutti gli altri Paesi hanno aperto le porte al pubblico senza restrizioni per far conoscere bellezze della nazione rappresentata, luoghi, prodotti e tecnologie avanzate applicabili alle esigenze della vita moderna, ma a Casa Italia solo una ristretta cerchia di persone, scelta con criteri sconosciuti e, si ripete, inaccettabili da parte di tutta la comunità italiana, ha beneficiato del grande investimento effettuato per realizzare l´”Operazione Casa Italia” ma, aggiungeremmo, non di tutti gli italiani! Sinceramente spiace per come siano andate le cose e in molti si sono sentiti come minimo delusi per l´operato del CONI. 

All´uopo, si riporta un´interrogazione parlamentare dell´On. Fabio Porta, tra le tante altre iniziative intraprese da più parti.

 

Roma, 2 settembre 2016 - Ufficio Stampa On. Fabio Porta

 

PORTA (PD): “CASA ITALIA” ALLE OLIMPIADI. UNA BELLA (E COSTOSA) OCCASIONE SPRECATA

 

Un’interrogazione parlamentare critica anche la mancanza assoluta di collaborazione tra CONI e “Sistema Italia”

Con una interrogazione parlamentare il Presidente del Comitato italiani nel mondo e promozione del Sistema Paese della Camera, On. Fabio Porta, fa eco alle molteplici lamentele ricevute nel corso dei giochi olimpici di Rio rispetto alla gestione di “Casa Italia” e, più in generale, all’assenza di collaborazione tra CONI e “Sistema Italia”.

Nell’interrogazione si ricorda come le Olimpiadi siano anche una fondamentale occasione di promozione internazionale dei paesi partecipanti, ognuno dei quali, tramite gli strumenti adottati, a Rio la “Casa” di diretta rappresentanza, offre un’immagine di sé e seleziona una serie di messaggi significativi del proprio sistema culturale ed economico-commerciale.

A differenza della maggior parte di altri paesi, la gestione che il CONI ha fatto di “Casa Italia” si è rivelata fortemente selettiva ed esclusiva, tradendo l’impostazione “orizzontale”, vale a dire di apertura e di dialogo, con cui era stata concepita e presentata.

“Casa Italia”, infatti, si è rivelata inaccessibile non solo ai tanti che desideravano visitarla, come hanno fatto per le “Case” di altri paesi, ma anche a funzionari della stessa Farnesina e, soprattutto, ai rappresentanti di quel Sistema Italia diffuso, che in Brasile da anni dà prova di legami con il nostro paese e si fa veicolo della promozione e dell’affermazione del made in Italy nel contesto locale, che da qualche tempo ha assunto un valore strategico a livello globale.

Alla discutibile gestione di “Casa Italia”, inoltre, si è aggiunta un’altrettanto discutibile gestione da parte del CONI dei “passi” per le diverse manifestazioni che sono state organizzate intorno alle Olimpiadi. Questa ulteriore restrizione e la mancata sinergia con le nostre autorità diplomatico-consolari hanno ostacolato l’attività di un opportuno ed efficiente “Consolato mobile”, predisposto per dare assistenza ai nostri connazionali. Nemmeno gli operatori del “Consolato mobile”, infatti, hanno potuto usufruire in modo adeguato dei “passi” di accesso agli impianti, al Villaggio olimpico e alle sedi dove si svolgevano le manifestazioni.

Facendosi interprete del rammarico e della delusione diffusi, il Presidente Porta, dopo avere evidenziato le situazioni che si sono venute a creare, ha chiesto al Ministro per i beni e le attività culturali e al Ministro degli affari esteri le ragioni della gestione fatta dal CONI del programma di “Casa Italia” e degli ingressi nelle altre iniziative, nonché i motivi che hanno impedito ai due ministeri di intervenire per rendere più ragionevole e flessibile tale comportamento.

Egli, inoltre, ha chiesto ai due ministri se non ritengano di sollecitare il CONI a superare tale impostazione in occasione delle imminenti Paraolimpiadi e se lo stesso CONI non voglia considerare l’opportunità di un recupero dei rapporti con la comunità italo-brasiliana con iniziative mirate, soprattutto nel settore giovanile.