Categoria: Rivista Online - Edizione Settembre 2016

Sta per essere stravolta la geopolitica della vasta area che comprende il triangolo (Iran-India e Afghanistan). Il premier indiano Modi ha aperto una linea di credito di 700 milioni di $ per sviluppare il porto iraniano di Chabahar posto nel sud-est dell’Iran. 
 
Detto porto si affaccia sull’Oceano indiano e si colloca nella regione del Sistan-Baluchistan, al confine con il Baluchistan pakistano e a soli settanta chilometri da un altro porto strategico: Gwadar in Pakistan.
 
Il porto rientra negli accordi che Iran e India andranno a sottoscrivere e sarà strategico per l'India, Paese in pieno sviluppo. 
 
E’ noto che l'India ha necessità di materie prime, risorse energetiche e minerali. Di segno opposto l'Iran, che necessita di nuovi mercati per la vendita del petrolio e dei derivati, senza che l’Occidente metta veti direttamente o per interposta persona, con l'Arabia Saudita. 
 
L'Afghanistan, è una miniera per l’economia indiana in questo settore, è ricco di rame, oro, mercurio e ferro, ma ha anche consistenti riserve di minerali rari molto pregiati. Il ricco sottosuolo dell'Afghanistan vale tra i 2 e i 3 trilioni di $. E le esportazioni verso un paese economicamente in espansione come l'India, apporterebbe una ricchezza illimitata all’economia di Kabul che la libererebbe dalla dipendenza della produzione di papavero da oppio, gestito dalla criminalità internazionale legata a uomini politici locali.
 
Con lo sviluppo del porto di Chabahar, per i prossimi 5 anni, il commercio indiano avrebbe una crescita esponenzialmente da 600 milioni di $ a 5 miliardi di $.
 
Con l’accesso diretto al porto di Chabahar l’India conquista una via di accesso privilegiata, e una porta che la proietta verso l’Asia Centrale, e verso i mercati europei e russi. 
 
L'India ha un GAP notevole l’instabilità del Pakistan, che le impedisce di espandersi verso nuovi mercati. La difficile situazione politica del Pakistan non ha concesso all’India di servirsi del porto di Karachi come hub per l’esportazione delle merci verso l’occidente. 
 
Solo recentemente Islamabad ha permesso agli afghani di transitare da Karachi per esportare le proprie mercanzie verso l’India. Con i rapporti di cooperazione tra India e Afghanistan che rientrano negli accordi con l'Iran, molti degli attuali scogli saranno stati superati. 
 
Tra India e Afghanistan, sono stati sottoscritti anche accordi di cooperazione militare e di intelligence. Il Pakistan non potrà più ricattare l'India dopo che l'Iran concederà la costruzione del porto di Chabahar, questo comporterà un nuovo asse geopolitico ed economico di cui l'India sarà l'attore principale. 
 
Anche la presenza delle potenze occidentali avranno meno peso. La rotta che da Karachi arriva a Kabul è stata ed è vitale ancora per poco, per il trasporto di armi e equipaggiamento per le basi americane. La rotta attuale, è servita solo a rendere l’Afghanistan Paese incastrato tra le montagne e privo di collegamenti stradali e ferroviari, dipendente dall’economia e dalle infrastrutture (per la verità poche) di Islamabad.
 
La sopravvivenza di Kabul è totalmente nelle mani del Pakistan, protettorato degli Stati Uniti. Islamabad si renderà presto conto del disastro economico e geopolitico che comporterà l'apertura del porto in Iran. Al momento circa il 75% dei rifornimenti alle truppe americane stanziali in Afghanistan, passa per il porto di Karachi e per il passo del Khaybar. 
 
Putin da stratega quale è, non sta con le mani in mano, ha fatto sapere che la Russia è disponibile a realizzare, un corridoio ferroviario che unirà l’Afghanistan all’Europa attraverso il Turkmenistan. 
 
Il Pakistan fino ad oggi paese strategico per la sua posizione geografica, nel prossimo futuro con il nuovo asse, rischierà il totale isolamento economico e politico. E la Cina, che sul Pakistan ha scommesso negli ultimi anni, rischia di vedere vanificata, o almeno di molto ridimensionata, la propria strategia politico-economica.
 
La Cina ha mire sul ricco Afghanistan, tanto che si inserita nei colloqui di pace con i talebani, e recentemente ha invitato a Pechino una delegazione dei talebani. Non solo, ma la Cina sta investendo miliardi nel porto di Gwadar in Pakistan, denaro speso inutilmente nel momento in cui aprirà il porto di Chabahar. 
 
L'India avrà maggiori vantaggi dai rivali cinesi, in quanto questi ultimi, per raggiungere il porto di Gwadar, devono valicare le forche caudine dell’Himalaya e della provincia dello Xinjang, in più il porto è situato nel Baluchistan, regione afflitta da lotte interne dei movimenti indipendentisti verso le autorità di Islamabad. 
 
Con il porto di Chabahar, il Pakistan, viene a perdere la centralità geopolitica dell'aria e soprattutto il controllo sull'Afghanistan, Paese di cui Islamabad si è servito per trattare le alleanze con le potenze occidentali, forte della subalternità dell'Afghanistan. 
 
Non a caso in Pakistan sono presenti numerosi compound della CIA e dell’NSA, la sua particolare posizione collocata in uno scacchiere altamente strategico permette agli Stati Uniti di avere un occhio e un orecchio puntati su Iran, India e Cina, le ultime 2 membri del Brics. 
 
Il Pakistan non ha ben compreso che sta per essere accerchiata, è convinta di usare lo ancora spauracchio dei talebani nei trattati di pace in corso a Kabul, con il solo scopo di insediare un governo filo-pakistano al fine di ottenere un maggiore margine di trattativa con le potenze occidentali. 
 
Islamabad però, ha fatto male i suoi calcoli, ha una miopia galoppante e non fa nulla per correggerla, è poco attenta agli eventi internazionali che la circondano, gli ricordo che è appena terminato a Hangzhou il G20 e a margine di questo importante vertice si sono tenuti numerosi vertici bilaterali, tra questi quello CINA- RUSSIA e CINA-INDIA. 
 
A poco serviranno le accuse che il Pakistan rivolgerà all’India, di essere il finanziatore occulto dei ribelli del Baluchistan, nessuno crederà più alla politica estera pakistana, subalterna agli Stati Uniti. Ormai la sua politica è giunta al capolinea, le Agenzie presenti possono iniziare a preparare i bagagli per traslocare.
 
Roma, 12 Settembre 2016