Categoria: Rivista Online - Edizione - Gennaio 2016

 

 

Nel puzzle unico della viticultura Italiana tra i tasselli più significativi c’è senza dubbio l’area  Friulana, in cui le diverse realtà  delineano una un’estrema caratterizzazione del territorio.  Nel comune di San Lorenzo, fra il confine Sloveno  e la riva destra del fiume Isonzo si trova l’Azienda Lis Neris tra le più importanti della zona, che ne disegna il panorama con i 70 ettari del suo vigneto coltivati principalmente a Pinot Grigio e Sauvignon Blanc, ma in cui trovano spazio anche Gewurtztraminer, Chardonnay, Riesling e Cabernet Sauvignon. Il nome dell’Azienda è un omaggio alle contadine,  “le nere” tradizionalmente di scuro vestite, immagine attraverso il quale si rivendica con forza l’attaccamento alle proprie origini. L’Azienda a conduzione familiare dal 1879, attraverso le diverse generazioni ha sviluppato la sua realtà produttiva fino al cambio di rotta definitivo del 1981, quando Alvaro Pecorari e la sua famiglia hanno decisamente indirizzano la qualità verso livelli più elevati. Terra di Confine, la Provincia di Gorizia vanta tradizioni antichissime per quanto riguarda le attività di vinificazione. Se ne rintracciano notizie sin dall’epoca Romana quando la vicina Aquileia città portuale, era tra la più importanti dell’Impero Romano sulla penisola Italiana. In epoca più recente è Stato Austriaco l’impulso allo sviluppo, enologico e non solo ed i vini di Lis Neris nelle diverse linee produttive, incarnano i caratteri salienti degli attori principali nella  storia di questa terra. Disegnato dall’azione epocale di scioglimento dei ghiacciai, il suolo della valle dell’Isonzo ricco di ossidi di ferro e altri minerali, crea le condizioni ottimali per la coltivazione della vite grazie anche all’azione dei “claps” quei sassi bianchi che immagazzinano il calore diurno per restituirlo la notte. Anche la Bora garantisce il suo apporto, regalando quell’escursione termica giorno/notte, che è condizione basilare per l’eleganza del profilo aromatico. Un splendido palcoscenico paesaggistico ideale soprattutto per i vini bianchi, ed è infatti su questa tipologia che insiste maggiormente la produzione aziendale. La passione di Alvaro Pecorari si individua nell’impegno con cui parla dei suoi vini in degustazione, contestualizzandoli alla tradizione per renderli aderenti al territorio e mai fini a se stessi. La parte del leone la recita il Pinot Grigio, che in questa area trova una delle sue migliori espressioni a livello mondiale. Ne è riprova il “Gris” Pinot Grigio, grande vino assaggiato nell’ annata 2013 e in quella 2007, che dimostra quindi anche una discreta capacità di affrontare l’invecchiamento, caratteristica non così frequente tra i bianchi. Vino di buona struttura che inizia la fermentazione in acciaio per terminarla in rovere, dove sosta per 11 mesi acquisendo un delicato bouquet floreale che vira in un fruttato dai caratteri tropicali e di frutta matura estiva, la sottile vena minerale ne impreziosisce la persistenza. Alla distanza degli anni nella versione 2007 il corredo olfattivo acquista complessità, contenendo in parte la componente esotica della frutta e mantenendo la delicatezza floreale arricchita da accenni di frutta secca e burro. Vino di grande personalità, freschezza e lunga persistenza gustativa che risponde al naso. Alvaro Pecorari dimostra di interpretare al meglio Il Pinot Grigio proponendolo con grande successo anche nel “Confini”, in cui lo assembla con Gewurtztraminer e Riesling. Vino di gusto pieno che invade piacevolmente il palato e riporta nel suo complesso olfattivo sia l’esuberanza aromatica del primo, giocata sui profumi della frutta tropicale e i fiori bianchi, che il richiamo agli idrocarburi tipico del secondo. Intenso lungo e persistente. Anche il Sauvignon dimostra la sua aderenza territoriale trovando la sua espressione nel “Picol” dove viene  vinificato in purezza. Presente nelle annate 2003 e 2013, dimostra nel più giovane una complessità di fiori di campo ed erbe aromatiche, su un fruttato lieve e fresco di agrume. Vinificato in acciaio con lunga permanenza sui lieviti  che ne affina il profilo aromatico, tratto comune anche agli altri vini che insieme alle venatura minerale caratterizza l’intera produzione dei bianchi. Diretto intenso e persistente aumenta di eleganza nel 2003 dove i tratti olfattivi si fanno più sottili distribuendosi su un più ampio ventaglio di sfumature. Gli abbinamenti da proporre con questi vini sono i più vari, dai pesci più delicati fino a quelli di struttura più importante nei condimenti in salsa e in crosta,  oppure le carni bianche autorizzandone diverse sperimentazioni. Decisamente alta la qualità complessiva di Lis Neris senza dubbio di smentita, da prendere in considerazione anche come punto di riferimento territoriale nel caso si voglia approfondire sul campo i valori di questo splendido lembo estremo d’Italia.