Categoria: Rivista Online - Edizione - Luglio 2016

 

                                                                     FALLIMENTO NEL MEDIO ORIENTE

Falluja dopo cinque settimane di offensiva è già liberata dal dominio degli jihadisti; 250 miliziani vengono uccisi dai raid americani sui convogli in fuga. In sostanza registriamo il più importante attacco mai lanciato contro una colonna di jihadisti dell´ISIS nella zona di Falluja; 40 automezzi distrutti, centinaia i morti e dispersi i sopravvissuti.

 
I numeri parlano da soli e dicono che quando la coalizione occidentale lo vuole i famigerati ribelli dell´IS se la danno a gambe.
I partner della coalizione capeggiata dagli USA hanno dato una dimostrazione di poter liquidare le bande dell´ISIS in qualsiasi momento, solo che per interessi strategici non lo fanno così come non lo hanno fatto in Siria, lasciando allo stremo le popolazioni e i governi locali per poi intervenire e imporre le loro regole sulle regioni distrutte da anni di guerra.
 
La guerra in Siria ha causato oltre 300.000 morti ed ha costretto diversi milioni di siriani ad abbandonare la loro terra.
Dietro queste tragedie vediamo quindi il fallimento dell´ambizione occidentale capeggiata da USA e perchè no, anche dall´ Inghilterra di creare una grande area di influenza attraverso, prima, governi timbrati "Fratelli Musulmani" e poi, dopo i disastrosi esiti, attraverso l´ISIS.
 
Naturalmente per dominare un´area così vasta tra Medio Oriente e Maghreb si sarebbero dovuti eliminare alcuni ostacoli e Assad rappresentava, per l´appunto, il maggiore degli ostacoli.
Questo spiega la lunga guerra in Siria e, nello stesso tempo, la conseguente disfatta delle ambizioni occidentali. Infatti, la resistenza di Assad, tutt´oggi al potere grazie alla Russia di Putin e alle tribù fedeli, ha frustrato gli ambiziosi progetti della coalizione occidentale.
 
CertI si è che dietro detta l´ambizione si nasconde anche un obiettivo geopolitico e cioè quello di mantenere il controllo su territori ricchi di petrolio tutelando soprattutto gli interessi di paesi alleati quali Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, tra gli altri, e impedendo con la guerra in Siria la costruzione di una grande pipeline che potrebbe collegare l’Iran all’ Europa attraverso appunto la Siria.
 
Eppoi, la protezione di Israele dalla minaccia sempre viva dei paesi Sciiti rientra nel predetto piano occidentale di mantenere la Siria in fiamme, anche se in pratica e per come abbiamo visto, detto piano fallisce miseramente.
 
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. È proprio il caso di dirlo!
 
Il proverbio è veritiero; per l´Iran decadono le sanzioni, Assad rimane fermo al comando della Siria e l´asse tra le potenze della resistenza si rafforza da Baghdad fino al Cairo.
 
La coalizione occidentale, a questo punto, non sa più che pesci pigliare e si rivolta con rabbia contro la propria creatura che non ha dato i risultati sperati.
 
Conseguenza? A Falluja, per incominciare, botte da orbi agli jihadisti!
 
foto:ilgiornale.it
 
G. & G. Arnò