Categoria: Rivista Online - Edizione - Novembre 2016

 

Signor Presidente

 
fra poche ore il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama compirà il suo ultimo viaggio in Europa prima del passaggio dei poteri a Washington. Dopo aver fatto una tappa in Grecia, il Presidente degli Stati Uniti si recherà in Germania, il giovedì 17 novembre, ove incontrerà il Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, il Presidente della Repubblica Francese, Il Primo Ministro del Governo del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord e Lei. In agenda vi saranno temi molto importanti, come Ucraina, Siria ed immigrazione. Quella parte del popolo italiano che non si accontenta di seguire soltanto le questioni di politica interna, ma che è ancor più sensibile alla politica estera e alle conseguenze di quest’ultima sulla stabilità dell’Europa e sulla sua prosperità, si attende che Lei non si limiti a fare atto di ossequiosa e compiacente presenza durante la riunione. Il popolo italiano si attende che il proprio Presidente del Consiglio dei Ministri faccia sentire la sua voce, con determinazione e consapevolezza culturale. E’ necessario, in particolare, comunicare agli americani che noi europei stiamo pagando duramente i loro grossolani errori di politica estera. Tali errori sono stati evidenti nella politica balcanica degli anni Novanta e del decennio successivo (improprio ed illegale riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo); sono stati evidenti nella questione libica degli anni 2011-2016 (abbattimento del governo libico e bombardamento delle popolazioni civili con il pretesto di proteggere l’opposizione politica libica; stabilimento di un nuovo governo artificiale in Libia, non corrispondente alla volontà generale del popolo libico, con conseguente incoraggiamento di una situazione caotica che ha incrementato i flussi immigratori verso l’Italia e verso l’Europa); sono stati evidenti in occasione della questione ucraina (insistenza ottusa e sorprendente per attrarre l’Ucraina nella NATO dopo averne sollecitato l’adesione -anch’essa insistente- nell’Unione Europea, con conseguente avvelenamento dei rapporti con la Federazione Russa e lo stabilimento di sanzioni economiche e di controsanzioni economiche, che hanno danneggiato considerevolmente l’economia europea ed italiana); sono stati evidenti nella questione siriana (insistenza per esigere un allontanamento dal potere della dirigenza siriana, trascurando il contesto più ampio nel quale questa si inseriva, con conseguente crescita dello Stato Islamico dell’Irak e della Siria e della sua minaccia verso l’Europa e con conseguente aumento massiccio dell’emigrazione dal Medio Oriente verso l’Italia e verso l’Europa). Si ricorderà, Signor Presidente, di fare presenti questi punti al Presidente uscente degli Stati Uniti d’America, quasi fosse una valutazione conclusiva del suo operato in polit ica estera? Lo farà con coraggio davanti ai dirigenti dei maggiori governi europei? La Sua parola sarà dettata dalla profonda cultura italiana, che impone di comunicare agli amici un doveroso dissenso, se necessario, nel nome della pace, dell’equità, della coerenza e della credibilità? Sarà capace di sottolineare che questo abuso della nozione di diritti dell’uomo, nel nome della quale Washington ha cercato di giustificare quasi ogni intervento militare e diplomatico degli ultimi anni, non incanta più nessuno, visto che i diritti dell’uomo diventano il paravento per approvare qualsivoglia operazione militare che abbia il reale obiettivo di favorire immorali espansioni della presenza militare, politica ed economica americana in Europa e nel mondo? Sappia, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, che è urgente riprendere la lotta contro lo Stato Islamico dell’Irak e della Siria, abolire quanto prima le sanzioni e le controsanzioni nei confronti della Federazione Russa, favorire una reale stabilizzazione dei Balcani insieme alla Serbia, riportare la fiducia in tutto il territorio ucraino ed aiutare l’Unione Europea a ritrovare concordia e solidarietà per uscire quanto prima dalla crisi. Possiamo contare sulla Sua personalità politica, sul Suo senso di responsabilità e sulla Sua consapevolezza del ruolo che il nostro paese debba giocare fra est ed ovest? Buon lavoro, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri. Oltre al referendum del 4 dicembre, pensi anche un po’ alla politica estera, per favore. Grazie. Voglia gradire, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, gli atti del mio devoto ossequio.
 
Prof. Stefano Pilotto