Categoria: Rivista Online - Edizione - Gennaio 2016
" Una questione come quella che il nostro Paese si e' trovato ad affrontare con l'India e sulla scena mondiale dopo la cattura di fatto, compiuta da Autorità indiane, di due nostri soldati in missione antipirateria in attuazione di Risoluzioni dell'Onu e di decisioni Atlantiche ed Europee, merita certamente un approfondimento autorevole, obiettivo e informato come e' quello contenuto in questa ricerca del Dott. Paccione.
Nonostante siano ormai trascorsi più di tre anni dall'incidente in acque internazionali che New Delhi sostiene aver coinvolto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, senza peraltro aver mai prodotto prove ne'avviato un'incriminazione, continua a permanere la fitta cortina fumogena stesa dai Governi Monti - dopo le mie dimissioni- Letta e Renzi, e da gran parte dell'informazione italiana più sensibile agli umori degli ultimi Governi: sull'esatto inquadramento dei fatti; sul solido fondamento legale della esclusiva competenza italiana a giudicare propri militari in servizio; sulle buone ragioni italiane nell'invocare la Convenzione sul Diritto del Mare (UNCLOS).
Quanto utile sia quella cortina fumogena governativa nel confondere l'opinione pubblica , nel far dimenticare l'irresponsabile assenza di iniziative del Governo sul piano internazionale per far valere la sovranità e i legittimi interessi dell'Italia , nell' indurre a credere che "due poveri pescatori sono morti e i Marò italiani devono essere processati in India perché le vittime sono indiane" e' l'esperienza inquietante che traggo ogni giorno, insieme ai molti amici che non lasceranno mai soli i nostri soldati, dalle interazioni sui social networks e dalle infinite occasioni di dibattito in argomento.
Vi e' non soltanto un grave deficit di informazione, ma una evidente strategia di disinformazione se ancora due anni dopo la sciagurata decisione ,il 22 marzo 2013, presa dal Governo Monti su istigazione di alcuni Ministri più attenti a interessi affaristici che non alla dignità del Paese, vi sono tante persone anche intellettualmente oneste che ancora si chiedono perché si insista sulla presunzione di innocenza di Latorre e Girone; perché non debba essere l'India a comminare un'esemplare condanna; perché si voglia un Arbitrato che "richiederebbe tempi epocali"; perché' la Lexie abbia invertito la rotta; perché "la Farnesina ha dato tale ordine" ; perché il Ministro degli Esteri "non abbia sin dai primissimi giorni della vicenda internazionalizzato la questione"; perché il Governo Monti "voleva trattenere nel marzo 2013 il Marò in Italia violando l'Affidavit con New Delhi", e via dicendo. Ho riportato solo alcune delle complete falsità che circolano, si badi bene, non sulle bocche di sprovveduti. Esse continuano a essere diffuse da commentatori e organi d'informazione giudicati ,erroneamente in questo caso, affidabili e autorevoli.
Il libro del Dott. Paccione contribuisce meritoriamente a un resoconto oggettivo di fatti rilevanti sotto il profilo giuridico. Esprime al tempo stesso valutazioni ben argomentate sulle ragioni del nostro Paese e sulle soluzioni praticabili per risolvere una controversia con l'India che ha prodotto molti più danni di quanto non sarebbe avvenuto trattenendo Latorre e Girone in Italia in quel marzo 2013,risolvendo così una questione che l'India stessa già percepiva all'epoca come "intrattabile". Non vi può essere una politica estera degna di un grande Paese come il nostro senza un riferimento prioritario,costante, incondizionato alle regole del diritto internazionale, ai Trattati ratificati dal nostro Parlamento, ai valori dell'uomo che l'Italia ha voluto, in decenni di coerente azione diplomatica, fossero premessa e obiettivo delle moderne relazioni internazionali. Rifiutare a far valere gli strumenti del diritto e i meccanismi offerti dall'ordinamento internazionale , come e' avvenuto negli ultimi due anni, nella illusoria speranza di compromessi nascosti a scapito della dignità e dei diritti di nostri due soldati, fa parte delle intenzioni di chi vuole trarre dalla vicenda utilità non chiare nel rapporto con l'India .
Dobbiamo impedirlo. Il Paese ha mostrato in questi mesi quanto rischio derivi dalle interferenze di un malaffare criminoso persino in alcuni aspetti della nostra politica estera e di sicurezza.
Sarebbe intollerabile se quel fango dovesse toccare le nostre Forze Armate, inducendo il Governo a lasciar processare i nostri Marò in India. Questo libro costituisce un prezioso contributo affinché ciò non avvenga."
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