Categoria: Rivista Online - Edizione - Aprile 2015

UN POPOLO ALLA RICERCA DI UN VERO CONDOTTIERO

 

L´Italia non trova la giusta direzione che le permetta di uscire da un labirinto creato dalla forza del male, una forza oscura, una creatura diabolica e informe che gli economisti hanno definito col nome di “Capitale”, un mostro che da sempre ha complottato contro l´umanità. Il motto del Capitale potrebbe essere: “Affamare e sfruttare” (i popoli). Le evidenze non mancano e solo per esemplificare casi eclatanti potremmo ricordare Enti internazionali a “tutela della Salute” in collusione con l´Industria farmaceutica, mentre andando più addietro nel tempo, lo scorso secolo accadde che i capitali finanziari dei Rothscild si impossessarono dell´intero sistema medico statunitense e moltissimi altri casi rendono l´idea di come “pecunia obediunt omnia” in parole povere, siano sempre i soldi a comandare su tutto. L´opera di John Perkins: confessioni di un sicario dell'economia è un classico della letteratura scandalistica. Ma ciò che il banchiere John Perkins rivela nel suo libro,  "Confessions of an economic hit man" (hit man = sicario prezzolato) è orripilante: ci rivela di essere  stato contattato sin da giovane dal governo Usa allo scopo di canalizzare tecnicamente verso gli  Stati Uniti le ricchezze di paesi poveri, e ciò attraverso manipolazioni  economiche e quant´altro necessario, senza tanti scrupoli. La tecnica è la seguente: viene creata e capitalizzata una ditta privata che, una volta individuato il Paese in stato di bisogno, gli concede prestiti per valori di gran lunga superiori a quelli che esso potrebbe restituire. Condizione sine qua non del prestito è che in massima parte esso sia usato per contratti con grandi imprese americane di costruzioni e infrastrutture. 

Le menzionate ditte realizzano dunque grandi opere nel paese indebitato facendo sì che il denaro prestato torni in Usa e finisca nelle tasche dei ricchi investitori locali, che partecipano all'impresa. Al paese e alla sua povera popolazione, restano le grandi opere pubbliche, talvolta inutili, e il pesante debito; il rimborso delle quote di capitale oltre gli interessi. Torrijos, per esempio, dittatore di Panama degli anni '70, non sembra aver osservato le regole del gioco e, guarda caso, morì in un incidente aereo nel '78; la stessa fine, in pratica, di Enrico Mattei.

Da notare che, secondo quanto rivela Perkins, il denaro che gli Usa adoperano per indebitare i paesi poveri non è neppure denaro prettamente americano. Sono la Banca Mondiale e il Fondo Monetario a fornirlo o meglio a fornire ai poveri (condannati) la corda per impiccarsi......

L´Italia è da tempo nel mirino degli “investitori” e a non ridurci allo stato di povertà certamente non hanno contribuito i vari paladini della nostra politica da Andreotti in poi, anzi sono stati capaci di generare ad ogni anno un debito pubblico gigantesco e di gran lunga superiore alla formazione di reddito reale costruito con fatica, dalle aziende, dai lavoratori , dai contadini e da tutto il popolo che lavora. Non abbiamo, allo stato, personaggi in grado di riscattarci dalla miseria, dall’umiliazione e dalle grinfie degli avvoltoi, in attesa del momento propizio per colpire. I personaggi sul mercato sono oramai o i fantasmi del passato, di un passato poco glorioso e che non si rassegnano all´oblio o i sedicenti nuovi guerrieri.

Ma, guerriero è il simbolo di un grand´uomo, nobile, onesto e coraggioso, che lotta per un ideale, il bene comune del suo popolo. E noi... siamo all´affannosa ricerca del nobile guerriero, un condottiero che scriva con le sue virtù la nuova storia della nostra Nazione. Allo stato, pare che dovremo purtroppo attendere ancora molto, prima che un valoroso condottiero ci prenda per mano e conduca la nostra Nazione fuori dalla melma e dal fango in cui è stata relegata. Eppure quella dei guerrieri e dei condottieri non è una razza estinta, l´Italia ne genera ancora. In altri tempi, è successo che “la nave” sia stata lasciata senza nocchiero nella tempesta. Oggi si potrebbe dire che magari allora sarebbe stato più sicuro che arrivasse in porto senza nocchiero, che con uno dei nocchieri che si sono alternati all´italico timone negli ultimi 60 anni . Oggi, tra i nostri leader vi sono infatti alcuni, improvvisati nocchieri, che con noncuranza e supponenza ci conducono in mezzo agli scogli di una malpolitica che bada agli interessi del Capitale, di  casta e non del popolo. Basti pensare, tout court, la mancata riduzione del numero dei parlamentari, la mancata vera abolizione del Senato (riforma paragonabile più ad un giroconto che ad una effettiva abolizione dell´Organo dello Stato con conseguente e reale economia di spese), la mancata riduzione degli emolumenti dei parlamentari (tra i più alti al mondo) in spregio alla riduzione di reddito del ceto medio, dei pensionati e dei lavoratori, in stato di povertà, al mancato taglio dei costi della spesa pubblica e altro ancora, in cambio di una “bella” legge elettorale, del ripristino del “falso in bilancio” e di altri provvedimenti atti a distrarre il popolo dai veri problemi. Certo, come dicevamo, di condottieri e valorosi combattenti ne nascono ancora, ma non li vediamo crescere, la “creatura diabolica” li ammazza al debutto o ancorpiù nella culla, magari sorridendo pure, come quei due compari affaristi che ridevano felici alla notizia del terremoto in Abruzzo!

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