Categoria: Rivista Online - Edizione Novembre 2015

“C'è limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù” diceva Edmund Burke e così è stato.
 
Il tempo è scaduto per i ribelli in Siria e per chi li foraggia e li arma. Quello che avrebbero dovuto fare, non dico l´Italia che oramai non è più sovrana nella politica internazionale e non solo, ma Francia, Inghilterra o Germania che si ritengono nazioni di nerbo e padroni di agire e/o intervenire militarmente ovunque abbiano un interesse con o senza consenzo dei partner europei o della NATO, è stato fatto dal Paese cui l´Italia dovrebbe guardare con maggiore simpatia, da partner privilegiata e non da fedele esecutrice delle bislacche sanzioni imposte dall´UE, la Russia di Putin.
 
Fatto sta che a pochi giorni dall´entrata in azione, la coalizione militare capeggiata dai russi sta avendo la meglio in territorio siriano e gli USA prevedendo una nuova e vergognosa sconfitta sul piano politico-militare corrono ai ripari con la richiesta di “Time Out” di John Kerry. Una sospensione temporanea del “gioco” della guerra. Nel caso specifico di ”Mister” Kerry, è stato convocato un vertice d´emergenza con i leader di Russia, Turchia, Arabia Saudita e Giordania, per evitare, a suo dire, la coventrizzazione della Siria, che comporterebbe una catastrofe umanitaria nonchè una minaccia alla stabilità di tutti i paesi circostanti.
 
Strano che il “time out” sia stato chiesto nel momento in cui la coalizione guidata dalla Russia sta spazzando via le bande di militanti sostenuti dagli USA e che non si sia mosso un dito e non si sia parlato di catastrofe quando i terroristi distruggevano beni, patrimoni dell´Umanità, e commettevano barbarie tagliando teste a dritta e manca e commettendo inenarrabili atrocità. Strano, ma non troppo! Gli USA avevano interesse a rovesciare a qualsiasi costo Assad e dividere il paese, distruggendo la Siria definitivamente come Stato sovrano per cui si sono sempre rifiutati di risolvere il conflitto evitando pretestuosamente, per un motivo o per l´altro, di trovare un accordo tra le parti; Assad non avrebbe dovuto far parte del gruppo di transizione governativa, ora che le forze in campo sono cambiate, ecco che il veto viene rimosso!
 
Ad un accordo, invece, instancabilmente Putin ha lavorato tutta l´estate allo scopo di stabilizzare la situazione siriana e combattere l´ISIS fino all´annientamento totale perchè vincere in Siria, è saputo, per la Russia rappresenta una questione di sicurezza nazionale dal momento che tra le fila dei terroristi ci sono migliaia di ceceni e di altri cittadini delle dieci repubbliche ex sovietiche ove, secondo i servizi di sicurezza, i reclutatori ceceni dell'Isis stanno lavorando alacremente per rimpinguare le fila dei combattenti in Siria e in Iraq. Secondo un recente rapporto dell'International Crisis Group negli ultimi tre anni tra 2.000 e 4.000 persone si sono spostate dal Tagikistan alla Siria e il Movimento islamico dell'Uzbekistan potrebbe unirsi al Califfato.
 

Se da una parte gli Stati Uniti usano gli estremisti islamici per raggiungere i propri opinabili obiettivi di politica estera, dall´altra,Putin ha preso sul serio la minaccia terroristica e sa che se la strategia USA dovesse andar bene in Siria, sarà utilizzata anche in Iran e poi ancora in Russia. Ergo, le forze armate russe hanno messo in campo il meglio della tecnologia bellica per porre fine una volta per tutte e rapidamente a tutto questo putiferio messo in atto da ribelli, mercenari, jihadisti, giovani delinquenti e via dicendo e, non ultimo, per ripristinare le frontiere sovrane della Siria.

 
Il terrorismo, d´accordo con Putin, è una minaccia molto seria e francamente noi ci sentiamo molto più tutelati dalla linea politica russa che da quella americana, anche perchè siamo in area di rischio e subiamo gli effetti collaterali per assere allineati con gli USA, come ad esempio le ondate incessabili di migranti, il pagamento di riscatti milionari a causa dei sequestri dei nostri connazionali, la perdita in export di 11 miliardi di euro l’anno (l´interscambio commerciale tra Italia e Russia è calato del 17% a causa delle sanzioni) e conseguentemente di 11.000 posti di lavoro, nonchè il non trascurabile e concreto pericolo di attentati terroristici.
 
Allo stato, nel mercato finanziario si direbbe: Usa in ribasso, Russia in rialzo!
 
Giuseppe Arnò
 

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