Categoria: Rivista Online - Edizione Settembre 2015
PESCARA – Maria D’Alessando è autrice del libro “Racconti nella memoria degli immigranti abruzzesi“, italiano e spagnolo, con la prefazione di Goffredo Palmerini, pubblicato a Buenos Aires nel 2010 ed uscito in seconda edizione nel 2013. Così tra l’altro scrive Palmerini nella prefazione al volume: “La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare (Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura). Lo si scopre leggendo questo lavoro, prezioso se non altro per la passione che lo anima e per la corale partecipazione d’una comunità regionale, residente in una città d’Argentina, ansiosa di non disperdere nell’oblio il senso profondo del proprio passato, talvolta lontano nel tempo. Maria D’Alessandro questo fa, documentando non solo lacerti della propria cultura e della memoria collettiva d’una comunità, partita in gran parte dalla provincia di Chieti, in Abruzzo, nel secondo dopoguerra e ritrovatasi in Argentina a costruire la prospettiva del proprio futuro, ma anche rafforzando quel senso di comune appartenenza che illustra al meglio l’associazionismo d’origine abruzzese in ogni continente. Dunque, per quanto questo volume appaia nella sua sobrietà ed innocente freschezza, in effetti è un prezioso contributo al rafforzamento del legame tra coloro che condividono comuni radici, coltivandone con orgoglio la memoria e scrivendone, fors’anche inconsapevolmente, una tessera di storia civile (...)”.
Maria D´Alessandro
Maria D’Alessandrocosì ci dice come è nato il suo libro: “L’opera, che è stata scritta raccogliendo le storie dalla viva voce dei corregionali che hanno vissuto a cavallo di due continenti, è una raccolta di racconti memorie, poesie, indovinelli, aneddoti. Molti emigranti abruzzesi raggiunsero l’Argentina per riavviare la vita in un paesaggio di pianura con molte divisioni delle varie terre che comunicavano tuttavia tra loro con la ferrovia. Qui le mani febbrili dei nostri conterranei modellarono abitazioni, magazzini, chiese. Con grande passione operarono: Enrico Spinelli, Antonio Di Pietrantonio, Maria e Aurora Di Nardo, Antonio Lattanzio, insieme a molti altri. E’ successo in Bernal, Quilmes, San Francisco Solano, Florencio Varela e Berazategui. I ricordi dell’anima sono rimasti intatti, come un cofanetto di gioielli, collane, anelli e spille. Gli undici capitoli che riflettono la giocosità, l’ingegno, la religiosità, la testardaggine, gli affetti, l’attaccamento alla terra spesso venivano ascoltati nel silenzio della sera, quando avevano finito la lavorazione della terra e la cura per le greggi, altri seduti in classe, e tutti oggi tessono queste storie che ammiriamo e magnifichiamo. Quando mi sono avvicinata al Circolo Abruzzese avevo questa idea e la sentivo come una missione: raccogliere ricordi, emozioni, storie imparate intorno al focolare. Fui ascoltata da Angelo Di Donato, allora Presidente del Circolo Abruzzese e della FEDAMO, la Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Argentina, e così cominciai. Si direbbe che la memoria ha la sua dinamica, come un fiume che scorre: a volte lo fa in fretta, mentre altre volte non tanto. Ma va sempre alla ricerca di qualcuno che l’ascolti e ne faccia tesoro. Così questi ricordi, che i miei amici mi hanno confidato, forse ci avvicinano maggiormente alla terra dei nostri antenati”.
Goffredo Palmerini e Maria D´Alessandro
Recensione a cura di Elisabetta Mancinelli - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il cane scappa
Guarda, guarda il cane scappa,
ha portato via la pappa
via la pappa del mio bambino
per portarla al cagnolino
il suo cagnolino tutto contento
se la mangia in un momento
se la mangia e fa bu bu
e la pappa sparì.
(Bianca Ciarniello: imparata da nonna Sunta quando ero bambina)
Stella stellina
Stella, stellina,
La notte si avvicina
La fiamma se spegne
La mucca nella stalla
La mucca e il vitello
La chioccia e il pulcino
La pecora e l’agnellino
Ognuno ha il suo bimbo
Ognuno ha la sua mamma,
Tutti fanno la ninna nanna.
(Antonio Lattanzio: imparata a 10 anni)
Il nonno e il nipote
C’era una famiglia contadina che lavorava la terra. Il nonno si chiamava Gregorio e il nipote Ciccio e ragionavano in maniera differente. Il nipote sosteneva che con i soldi si potesse comprare tutto.
Ciccio: Con i soldi si compra il pane
Gregorio diceva: Il pane sì, ma non l’appetito
C: Compro il letto
G: Ma non il sonno
C: Compro un libro
G: Ma non l’intelligenza
C: Compro i vestiti
G: Ma non la bellezza
C: Compro la casa
G: Ma non il focolare
C: Compro le medicine
G: Ma non la salute
C: Compro una donna
G: Ma non l’amore
C: Compro divertimenti e lusso
G: Ma non la felicità
(Antonio Di Pietrantonio: imparata dal nonno tra i 13 e i 14 anni)
By: Goffredo Palmerini
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