Categoria: Rivista Online - Edizione - Marzo 2015
Il ricordo dell’intellettuale e statista fiorentino tra le presenze (anche illustri) che nel 2011 avevano ricevuto riconoscimenti dall’Accademia internazionale “Francesco Petrarca”
Roma, 31 gennaio 2011. L’Accademia internazionale “Francesco Petrarca” di Capranica (Viterbo) e la sua poliedrica e dinamica fondatrice e presidentessa Pasqualina Genovese D’Orazio, m’avevano invitato a ritirare un riconoscimento per le mie attività giornalistico-letterarie nella prestigiosa Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”, in piazza della Minerva 38, nel corso d’una manifestazione celebrativa del 150° anniversario dell’unità d’Italia.
L’attestato attribuito dall’Accademia internazionale “Francesco Petrarca” nel corso della premiazione all’interno della Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”, a Roma. Era la prima volta che varcavo la soglia dell’austero e cinquecentesco Palazzo della Minerva, ex edificio che nel passato era stato sede del Ministero delle Finanze e poi del Ministero della Pubblica istruzione (con una parte in uso al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni) ed ora è “contenitore” della storica biblioteca fondata nel 1848 (originariamente ubicata a Palazzo Madama, sede torinese del Senato), intitolata al senatore a vita Giovanni Spadolini ed acquisito sotto la sua stessa presidenza del Senato, nel 1991. Il 21 giugno 2003 la biblioteca, dopo aver terminato la delicata e pesante fase di trasferimento, ha spalancato le porte al pubblico concedendo la disponibilità d’un capitale culturale formato da circa 700mila volumi, 3mila periodici e 600 giornali italiani e stranieri, oltre (tra l’altro) alle rilevanti collezioni di Statuti dei Comuni e delle Corporazioni dal tardo Medioevo all’Età contemporanea, di edizioni antiche di diritto comune e canonico, di periodici dell’Ottocento. Le consistenti raccolte sono ampiamente in grado di andare incontro alle esigenze dell’utenza più eterogenea, sia che abbia interessi di ricerca generale che attinenti alla specificità della biblioteca, “ferrata” in modo particolare negli ambiti del diritto e della sua storia, della storia locale italiana, delle scienze politiche, della storia dei media e del giornalismo, della documentazione parlamentare.
La Sala dei periodici della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.
Dopo i convenevoli d’uso ed il saluto da parte d’uno dei… “padroni di casa”, il senatore Maurizio Gasparri (presidente del gruppo parlamentare “Il Popolo della Libertà” al Senato della Repubblica), la sfilata dei premiati dall’Accademia “Petrarca” nella Biblioteca “Spadolini” ha annoverato anche nomi noti dello spettacolo. Come Maria Giovanna Elmi (ex annunciatrice e conduttrice televisiva, cantante ed attrice) e Toni Santagata (nome d’arte di Antonio Morese, cantautore).
Maria Giovanna Elmi. La “Fatina”…
Minuta e dalla trascinante simpatia la “Fatina” (com’è stata “battezzata” a suo tempo) nacque a Roma il 25 agosto 1940. La sua lontana partecipazione ad un concorso per aspiranti fotomodelle indetto dal settimanale “Grazia” servì a lanciarla nel “firmamento” della pubblicità e ad un “ritaglio” di parte, nel 1967, nel film “Quando dico che ti amo” (Tony Renis docet). L’approdo nella Rai fu, nel 1969, come annunciatrice supplente e dal ’74 come definitiva per 14 anni, fino al 1988. Al fianco di Mike Bongiorno (nel 1977) e di Beppe Grillo e Stefania Casini (nel ’78) presentò il “Festival di Sanremo” per poi “specializzarsi” in programmi della “TV dei ragazzi” grazie alla sua particolare e dolce personalità. Incise canzoni per bambini e s’intrufolò in cast di vari films (ad esempio, “Il Bi e il Ba” di Maurizio Nichetti, nel 1985). Dal 1980 al 1990 condusse con Osvaldo Bevilacqua la trasmissione “Sereno Variabile” e da luglio ad ottobre 1990 fu la “mattatrice” di “Ghibli”, su Rai 2, anche come coautrice (con Diego Cugia). Maria Giovanna è poi frequentemente sulla cresta dell’onda apparendo in reality show e programmi (“L’isola dei famosi”, “Occhio alla spesa”, “La vita in diretta”, Pomeriggio sul 2”, “Nientology”). Riproposizioni d’un personaggio sempreverde, forse per sciopero dell’anagrafe impietosa altrove…
La Elmi, salutata in Biblioteca “Spadolini”, s’era congedata da me lasciandomi un suo scritto da… copione (“Ciao Claudio! con amicizia MGiovanna Elmi”). Con un cuoricino finale, da… “Fatina”…
Toni Santagata ha ricevuto un riconoscimento dopo di me. Forse per questo, quando mi sono avvicinato a lui ed alla sua accompagnatrice per un breve scambio di battute, s’è lasciato andare ad un eccessivo “Complimenti e stima. Con tanta simpatia Toni Santagata”. Mettendolo nero su bianco (quello d’un foglio della mia agendina)…
Il cantautore venne al mondo a Sant’Agata di Puglia (Foggia) il 9 dicembre 1935. Iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, si trasferì a Roma e, nel 1959, la sua stella brillò con l’esplosione della “dolce vita” e le interpretazioni in una delle sue location, l’”Embassy”. Cercò un discografico disposto a fargli incidere alcuni suoi “pezzi” classici (“Quant’è bello lu primm’ammore”, “La zita”, “Li strascenete” ecc.) che cantava ma venivano un po’ snobbati perché “non commerciali”. Ci pensò la “Sunset Record” a pubblicargli il suo primo disco, con le fatidiche canzoni “Quant’è bello lu primm’ammore” e l’altra “Miezz’a la piazza”, di sua esclusiva proprietà anche se non depositate alla Siae (Società italiana degli autori ed editori). Ideatore del cabaret in dialetto pugliese, nel 1967 cantò al “Cantaeuropa” di Ezio Radaelli, poi al Festival “La barca d’oro” di Napoli dove vinse. Nel 1968 fu il solo cantante ospite al “Festival del cinema” di Taormina e nel 1970, dopo ben 220 repliche quale protagonista al “Derby Club” di Milano, Marcello Marchesi lo pregò di partecipare alle quattro puntate di “Ti piace la mia faccia?” in prima serata, su Rai 1.
Nel ’71 la Rai lo annoverò come cantautore in puntate del programma “Speciale 3 milioni”, in cui Santagata propose “Il gallo contestatore”, “La pagnotta”, “Un esercito di viole”, “Il seminatore”, motivi di personale creazione. Si esibì pure al “Madison Square Garden” di New York, in un recital di successo che gli fruttò una standing ovation da venti minuti di applausi. Il resto della sua biografia è un crescendo continuo di allestimenti di spettacoli da protagonista, in Italia ed all’estero (soprattutto tra gli emigranti), dove porta il suo particolarissimo cabaret in… salsa pugliese. Spinto dal regista Anton Giulio Majano, ancora Radaelli si “prenotò” Toni Santagata per il “Cantaeuropa” del 1972 e nel ’73 fu invitato a “Canzonissima” in qualità, appunto, di cantautore italiano. Cantò via via “Il pendolare”, “Vieni cara, siediti vicino” (sigla della trasmissione Rai “A come agricoltura”) e, in finale, “Austerity”. Vinse nella sezione “Folk” l’edizione 1974/’75 di “Canzonissima”, con il titolo “Lu maritiello”, sempre farina del suo sacco, dopo aver superato le eliminatorie con gli ormai veterani “Quant’è bello lu primm’ammore” e “La zita”. Partecipò al “Festival di Sanremo” 1973 con “Via Garibaldi” (aggiudicandosi il Premio della critica ex aequo con Sergio Endrigo) e tornò nella cittadina ligure per il “Festival” 1994 quale componente della canora “Squadra Italia” che intonò la coinvolgente “Una vecchia canzone italiana”. Nel 1982 incise “Squadra grande” che, per quattro anni, costituì la sigla di “Gol Flash – Domenica Sprint” e nel 1990 tenne un concerto in piazza San Giovanni, a Roma, che radunò ben 500mila persone. Alla fine degli Anni Novanta del secolo scorso, Toni si cimentò anche come attore cinematografico, prendendo parte, nel 1998, al film di Pupi Avati “Il testimone dello sposo” che gli avvalse il Premio “Ignazio Silone” quale miglior attore rivelazione dell’anno.
Toni Santagata
Amico e fedele di Padre Pio, Toni ha scritto quasi di getto (in pochi mesi) l’opera musicale “Padre Pio Santo della speranza”, poi eseguita nell’Aula “Paolo VI”, in Vaticano, facendo da contorno alla canonizzazione di Padre Pio da Pietrelcina il 16 giugno 2002, in piazza San Pietro, da Papa Giovanni Paolo II. Il motivo conclusivo, “Padre Pio ha bisogno di te”, nel tempo assunse il ruolo di “preghiera ufficiale” dei devoti a San Pio da Pietrelcina. Anche se sono superflue (visto lo spessore dell’artista), ecco cifre-sintesi su Toni Santagata: ha inciso più di 450 canzoni, ha venduto diciotto milioni di dischi ed è stato interprete d’oltre 6mila spettacoli in giro per il mondo. Niente male per chi lo circoscrisse a “solo” (seppur esclusivo) folksinger cabarettistico-pugliese…
Maria Giovanna Elmi e Toni Santagata a parte (con i loro indubbi meriti), un appunto di.. memoria personale riguarda il politico, docente universitario, storico e giornalista Giovanni Spadolini (Firenze, 21 giugno 1925 – Roma, 4 agosto 1994), nominato senatore a vita nel 1991 dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, da me incontrato e fotografato nel corso d’una sua venuta a Verona, presso la “storica” libreria “Catullo” di via Roma, di cui era brillante anfitrione la “strana coppia” Bruno Ghelfi e “la Marisona”, al secolo Marisa Benini.
Nel profilo su Facebook de “La Marisona, ovvero Marisa Benini della gloriosa Libreria Catullo di Verona”, tra le tante foto scattate a scrittori ed artisti vari passati tra gli scaffali della “Catullo” per presentare loro lavori, ne appare una contemporanea alla mia. Con lo stesso rubicondo Spadolini (chi non ricorda le “succose” vignette satiriche sul suo conto disegnate da Giorgio Forattini che amava “ritrarlo”… nudo?) a suo agio tra estimatori, colleghi, claque, curiosi. Nessun divario pareva sussistere tra lui, uomo di Cultura e di Stato e la gente che s’assiepava per una veloce battuta, per un suo autografo, per un semplice saluto.
Il suo nome, del resto, era garanzia ed espressione del potere, sempre affascinante: aveva lasciato alle spalle cariche di presidente del Consiglio dei Ministri (dal 28 giugno 1981 al 1° dicembre 1982) e di presidente del Senato della Repubblica (dal 2 luglio 1987 al 14 aprile 1994), oltre a mandati quale ministro dei Beni culturali (dal 14 dicembre 1974 al 12 febbraio 1976), della Pubblica istruzione (dal 20 marzo al 4 agosto 1979) e della Difesa (dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987). Per non dire del suo ruolo di segretario del Partito Repubblicano Italiano (da settembre 1979 a luglio 1987).
Una figura d’intellettuale e di statista a tutto tondo che si ripercuote oggi nella Fondazione “Giovanni Spadolini” (o Fondazione “Nuova Antologia”, da lui stesso costituita), impegnata nella gestione e nella promozione della sua opera, nella valorizzazione delle case-museo in via Cavour a Firenze e di Pian dei Giullari (zona collinare fiorentina), nella conservazione del patrimonio librario (e non solo) lasciato. Per posteri (anche istituzionali)… cum grano salis…
Il sen. Giovanni Spadolini (a sinistra) in un momento… d’allegro relax all’interno della libreria “Catullo” di Verona.
Il primo alle sue spalle è Bruno Ghelfi. (Foto Beccalossi)
La foto nel profilo su Facebook di Marisa Benini (in primo piano, a sinistra), anche questa scattata nella stessa
occasione della presenza in libreria del sen. Spadolini per firmare copie d’un suo libro.
Claudio Beccalossi
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