Categoria: Rivista Online - Edizione Settembre 2015

 

Pecunia non olet (“il denaro non ha odore”). La famosa locuzione latina, rispolverata per l’occasione, calza a pennello per commentare l’informativa in lingua araba piazzata in bella mostra all’ingresso d’un negozio d’elettronica a Verona. Ma si potrebbe scomodare anche l’altrettanto datato aforisma “la pubblicità è l’anima del commercio”, sottolineando, comunque, che il veicolo promozionale se ne impipa allegramente della lingua italiana, per quanto… antipatica ancora ufficiale da queste parti. 
Verrebbe da pensare che qualche titolare nostrano d’un punto vendita di qualsivoglia genere, con la scusante della crisi economica imperterrita, scenderebbe a patti pure con il sedicente e pseudo stato (con la S minuscola, perché accostamento osceno della masnada di feroci assassini ai valori del termine) islamico per far cassa. 
E sì che, nella fattispecie, dovrebbe essere rispettato l’art. 9 (“Indicazioni in lingua italiana”) del Codice del consumo che cita espressamente: “1. Tutte le informazioni destinate ai consumatori e agli utenti devono essere rese almeno in lingua italiana. 2. Qualora le indicazioni di cui al presente titolo siano apposte in più lingue, le medesime sono apposte anche in lingua italiana e con caratteri di visibilità e leggibilità non inferiori a quelli usati per le altre lingue”. 
Nel caso in questione, che sia stato osservato questo art. 9? Le foto proposte mostrano il lato A del cavalletto pubblicitario e sono eloquentemente solo in arabo. E, come non bastasse, con le bandiere marocchina, tunisina ed algerina ad identificare il target della clientela. 
L’italiano (inteso sia come lingua che quale appartenenza) ed i suoi obblighi? Ormai sono un optional in questi tempi di “migrantismo” forsennato, d’accoglienza trasandata e d’imposto stranierismo. Però, se i primi a trasgredire sono i “bravi” concittadini/connazionali, non si può poi pretendere che nelle moschee in territorio nazionale gli imām parlino anche o solo in italiano. Questione di opinioni? No, di regole e di buon senso (che non guastano mai)… 
 
 

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