Categoria: Rivista Online - Edizione - Aprile 2015

 

 

« Il Bel Paese ch’ Appennin partee 'l mar circonda e l'Alpe », tanto caro al Petrarca, col tempo si è andato vieppiù degradando fino ad essere ridotto a denominazione di un formaggio, per raggiungere, ai giorni attuali, la qualifica, che solo per carità di patria, definiamo incommestibile.

L’analisi che mi appresto a fare, non da politico, perché non lo sono, ma da semplice cittadino sverniciato da qualsiasi colore politico, da quando mi sono disinnamorato della stessa politica, sarà oggettiva, ma severa. Severa perché proveniente da persona che, data l’età, ha vissuto gli ultimi anni di guerra (la seconda, non la prima) e, quindi ha visto scorrere molta acqua sotto i ponti e anche come “ transit gloria mundi”, fino ad avere”le tasche piene” e chiedo scusa perla scurrilità che vi prego di considerare un aforisma insostituibile.

Cominciando a esaminare i personaggi più importanti, mi soffermerò su quelli che hanno contribuito a tenere alto il nome dell’Italia, pretendendo o imponendo il rispetto dovuto al suo popolo. Dopo Benito Mussolini, il quale nel bene e nel male (in questa sede non interessa l’analisi della sua azione di governo), si passa alla Repubblica che ha visto illustri Presidenti, che hanno ben ricoperto il loro ruolo istituzionale, ma che non sono riusciti a lasciare una qualche impronta che avrebbe potuto farli ricordare. Ciò non perché non siamo una nazione presidenzialista, ma perché, il ruolo imposto dalla Costituzione al Presidente, cui si aggiunge l’età avanzata, lo assuefanno a una  funzione soporifera in mezzo a tanti nastri tagliati e altrettante strette di mano. L’età media dei nostri presidenti, infatti, è di ben72 anni.

Basta domandarsi quale possa essere un buon motivo per ricordare una qualsiasi iniziativa in campo internazionale di uno dei nostri Presidenti, escludendo per brevità di mandato Enrico De Nicola e Sergio Mattarella, certamente non avremo nulla da ricordare, anzi il solo Pertini verrà ricordato in campo internazionale, per il tifo e la sua esultanza dopo la vittoria ai mondiali di Spagna e, in campo nazionale, per la sua simpatia, quando dopo ogni affermazione faceva seguire un “non è vero” che smentiva tutto a mo’ di “qui lo dico e qui lo nego!”.

Eppure, Giorgio Napolitano, quando ha voluto, è uscito dai panni istituzionali, per rivestire quelli della sua vecchia passione politica, dimostrando di poterlo fare in nome, di un del tutto soggettivo “bene superiore”.

Archiviati con rispetto i Presidenti della Repubblica, restano gli altri Presidenti, quelli del Consiglio dei Ministri. Tra questi, va ricordato Alcide De Gasperi, unico vero uomo di Stato del cinquantennio democristiano, che spianò, nel dopoguerra, la strada alla ricostruzione della nostra nazione. Tuttavia, chi veramente ha dimostrato l’orgoglio per la propria bandiera e per la nazione che rappresentava, è senza dubbio Bettino Craxi. Basta a coloro che non hanno memoria o ai giovani, leggere le cronache dell’ 11 ottobre 1985.

Troveranno su tutti i giornali nazionali e internazionali “An affair to remember” solo che invece della storia di un grande amore interpretato da Cary Grant e Deborah Kerr, in un film del 1957, leggeranno la storia di un grande amore di Bettino Craxi per la propria Patria (allora si chiamava ancora così), dal titolo “ l’Affair Sigonella”. Insomma, ha dimostrato agli Stati Uniti che la sovranità dello Stato Italiano non si discute e che non la si svende, per scendere a compromessi! Purtroppo, gli italiani hanno dimostrato di avere memoria corta e hanno dato credito alle inchieste di un magistrato interessato alla politica,da dove poi si é visto come ne é uscito, cui Bettino Craxi, per la seconda volta, mostrando gli attributi, non ha concesso la soddisfazione di vederlo andare in galera. Ciò a costo del sacrificio estremo di dover morire in esilio. Onore, quindi a Craxi e disdecoro a coloro che abbassano la testa, inchinandosi all’altrui potenza e prepotenza.

Gli americani, nostri alleati, in occasione della strage del Cermis, processarono i militari che con la loro condotta colpevole avevano tranciato con un aereo i cavi della funivia, provocando la morte di venti persone.La giuria li assolse, provocando l'indignazione dell'opinione pubblica italiana ed europea. Anche le accuse di omicidio colposo nei confronti del navigatore Joseph Schweitzer non ebbero seguito.

Il Senato degli Stati Uniti stanziò circa 40 milioni di dollari per i risarcimenti ai familiari delle vittime e per la ricostruzione della funivia, ma lo stanziamento fu respinto da una commissione del Congresso, e non fu confermato dal governo nella persona del ministro della difesa William Cohen. Ci fermiamo qui con questo tragico ricordo, per concludere che, in quella circostanza, nessuno alzò la voce con risolutezza contro gli Stati Uniti, per far loro capire che avevano osato troppo con l’Italia e che era ora di finirla di fare i prepotenti. Certamente non la sia pur ottima persona del Presidente Ciampi che l´esperto presidente del Consiglio D’Alema, dimostrarono di avere il carisma e la risolutezza che le circostanze avrebbero richiesto.

Passando ancora attraverso un´altro episodio sintomatico della debolezza oramai cronica della nostra Nazione, ricordiamo il  preannunciato diniego di estradizione di Amanda Knox, da parte degli USA qualora la Corte di Cassazione avesse confermato la condanna della stessa, ipotesi non realizzatasi perchè Amanda è stata assolta definitivamente.

"Il Giornale.it del 19/03/2015 afferma che una fonte del Dipartimento di Stato Usa ha detto a Newsweek che diplomatici sia in Italia che negli Usa si aspettano che una richiesta di estradizione venga respinta: credo che né l’Italia né gli Usa vogliano un elemento di irritazione per i rapporti tra i due Paesi, e questo lo sarebbe, se gli italiani insistessero".

Probabilmente, il governo italiano si guarderebbe bene dall’irritare gli alleati e così, se la nostra previsione fosse veritiera, conquisteremmo un altro declassamento, se ci fossero le agenzie di rating anche per la fierezza.

Ma veniamo al tema principale di tutta questa nostra analisi:

Il governo Italiano (governo Monti) ha toccato il fondo del pozzo per l´endemica debolezza cronica oramai allo stadio terminale, dimostrando esterrefacente superficialità nella gestione del caso Marò.

Umiliati siamo stati e continuiamo ad esserlo dall’India, dopo che la “signorilità” del nostro governo ha restituito a chi li aveva attratti dalle acque internazionali con un inganno, al quale non ci sarebbe cascato nemmeno un bambino, i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Per questo popolo dalla civiltà millenaria, discutibile se si vuole, ma dalle tradizioni che sopravvivono al tempo, cui non si può attribuire, però, una civiltà giuridica altrettanto vetusta, è del tutto naturale “prenderci per il fondello” con continui e pretestuosi rinvii del processo, ancora non incardinato, non corredato da valide prove e, perciò, nemmeno indiziario.

Viene calpestato il diritto internazionale che vuole che a giudicare sia la nazione dove il reato sia stato commesso e nel caso di acque internazionali, la nazione di appartenenza del reo. Viene anche calpestato il diritto internazionale del mare, che vuole che a giudicare sia la nazione cui appartiene la nave, che viene considerata territorio dello Stato di appartenenza. Avrebbe dovuto essere stato già esperito un arbitrato internazionale, ma anche su questo non si sa nulla.

Ora che il governo Monti non abbia saputo gestire un “affair to forget” è comprensibile, poiché Monti avrà fatto il professore e mi sfugge di cosa ma tutti gli altri membri della Farnesina? Unica voce nel deserto, da quanto ci consta, quella del ministro Terzi: «Nel marzo 2013 hanno vergognosamente convinto i marò a rientrare in India, dopo che si era deciso il contrario, assicurando che nel giro di poche settimane o mesi sarebbero tornati a casa». Terzi da uomo d´onore e buon patriota si dimise per protesta.  Ma dopo Monti è venuto Renzi, il quale ha annunciato e lo fa ancora, che questo governo non ha bisogno di lezioni da chicchessia, non abbassa la testa davanti a nessuno, pretende i giusti riconoscimenti, tanto da illuderci di avere finalmente, dopo Craxi, un uomo di Stato. Invece, sbollito l´entusiasmo della speranza subentrano le delusioni, ma quel che più ci interessa, in questa sede, nessuna iniziativa per i marò, almeno alla luce del sole, perché non si capisce il motivo per cui certe cose debbano essere trattate in segreto (se lo sono), senza trasparenza, come se si trattasse di un´operazione da 007. O forse, e viene il sospetto, la segretezza vuol nascondere  la debolezza, la pigrizia e la stagnazione.

Se i nostri militari subiscono questo trattamento, abbandonati al proprio destino, tra l’indifferenza dei nostri partners e alleati, allora si dovrebbe seriamente pensare di ritirarli da tutte le missioni all’estero.

 Ciò di cui ci dogliamo e ci vergogniamo sono la (quantomeno apparente) noncuranza del governo e il malcelato sberleffo dei nostri partners, che ci fanno capire che ormai la nostra bella Italia, che avrebbe meritato per le sue bellezze di essere considerata la figlia del reggimento, si ritrovi nella condizione di cui alla famosa invettiva dantesca: “non donna di province, ma bordello!”

di Gianni Arnò

foto:wikipedia

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