Categoria: Rivista Online - Edizione - Marzo 2015

Vero è che il nostro non è più “il bel paese ch'Appennin parte, e 'l mar circonda et l'Alpe” come definito nel Canzoniere di Petrarca. I confini sono gli stessi ma di bello rimane il ricordo e nulla più mentre di nostro sopravvive solo il nome latino del Mediterraneo ”Mare nostrum” epiteto destinato all´operazione di salvataggio degli stranieri che attraversano il Mediterraneo per raggiungere le nostre coste.  Oramai siamo stracolmi di “stranieri” che arrivano a ritmo sempre crescente; siamo seguiti solo dalla Spagna. In realtà, il nostro è divenuto un paese di conquista da parte di  immigrati di tutto il mondo. Tanta gente, tanto diversa da noi e per questo tanta confusione vuoi per la nostra legislazione ambigua e inadeguata, vuoi per prese di posizioni politiche sbagliate da parte dei governanti di turno, vuoi perché non siamo più padroni in casa nostra di dettar legge ma ci siamo ridotti ad esecutori delle norme europee imposte da burocrati che siedono su poltrone ben lontane dall´amara realtà che regna in Italia. Il confine tra immigrazione e criminalità o tra immigrazione e terrorismo non è palese, si confonde ed é difficile da individuare. Sentimento comune ai nostri giorni è che ci si sente stranieri a casa nostra perchè non godiamo più della tutela dei nostri diritti; ad ogni giorno crescono invece i diritti degli “invasori” e diminuiscono conseguentemente quelli nostri costituzionali e naturali. Sì, di invasori si tratta perchè se ancora i governanti di casa ed europei non l´hanno capito o fanno finta, stiamo subendo un´invasione celata da parte di orde multirazziali che  impongono il loro sistema di vita, i loro usi, i loro costumi e le loro religioni col tacito consenso delle nostre istituzioni.

Operazioni come “Mare Nostrum”, “Triton” e similari sono belle e nobili sulla carta e sul piano dei diritti umani ma non funzionano se a ricevere gli “infelici” dev´essere solo l´Italia. 

Se gli immigrati che arrivano delinquono da noi più che in altri Paesi, se una buona parte di loro ha come obiettivo e capolinea Italia per la ragione errata, forse c'è qualcosa nelle nostre regole, nelle nostre istituzioni, nel nostro modo di convivere che attira da noi proprio questo tipo di persone e non altre. Per approfondire l´analisi ci siamo rivolti a uno studioso di antropologia, l´avvocato Giovanni Arnò, il quale, in termini molto stringati, così si è espresso in proposito: L’Italia è divenuto un paese che si è degradato a causa del lassismo e del falso garantismo di chi lo sbandiera per convenienza politica. Quando ciò avviene, i cittadini avvertono un senso di fastidio che, però, viene superato e liquidato con qualche battuta.

Quando, il garantismo si mischia col populismo, però, diviene una miscela esplosiva che si spande per il mondo che la percepisce come “stato di debolezza”. Ecco, allora, l’eccessiva preoccupazione di soccorrere i migranti che vengono dal mare, istituendo addirittura servizi che somigliano più a traghetti che si recano a raccoglierli quasi vicino casa o fin sulla battigia delle opposte sponde.

Dimostriamo così la nostra civiltà e umanità in cambio di un’accoglienza gratuita a terroristi che si mischiano ai poveracci, a delinquenti che appena poggiati i piedi sulla terraferma, fomentano gli altri, pretendendo diritti alla casa, alla sanità, allo stipendio di sopravvivenza, al telefono cellulare, alla moschea e quanto altro si voglia aggiungere.

Ormai hanno imparato tutti a minacciare e a estorcere. “ O mi dai i soldi o tu non fare biglietto di metropolitana” oppure, “…se non mi dai i soldi, ti seguo e vedo dove abiti e poi tagliare la gola a tuoi figli”. A questi comportamenti, si sentono voci di personaggi politici che dovrebbero occuparsi di tutti altri problemi istituzionali che giustificano gli atteggiamenti insani degli immigrati o dei rom assumendo che, se si sono comportati così, è perché noi non abbiamo prestato loro e ai loro problemi sufficiente attenzione. Poco importa se agli italiani, in alcuni casi, sia stato rifiutato il diritto di salire a bordo di un bus di linea, che includeva nel proprio percorso una fermata alla moschea. In questa nube di confusione, d’incertezza del diritto e nell’applicazione della pena, in questa convinzione che l’Italia sia il paese dove si può fare ciò che si vuole, anche occupare le case di una persona assente, colpevole di  essersi solo recata a fare la spesa, restando impuniti, dove si può stuprare a piacimento “….Tanto esco presto…” in questo paese, dicevamo, al cui confronto il “Far West” sembra un paradiso e lo dico con convinzione, se consideriamo che lì si poteva stare in casa in pace, perché nessuno ti disturbava, poiché i banditi assaltavano solo le corriere, mentre qui in casa bisogna stare armati e pronti a sparare, se non si vuole morire ammazzati per qualche centinaio di euro.

Dunque, in questa nube ora ci siamo tutti. Ci siamo accorti tardi, ci siamo svegliati ancora più tardi, ma ancora si può mettere riparo con due semplici, fondamentali e inderogabili rimedi:

il primo consiste nel chiudere le frontiere. La piccola Malta oppure la grande Australia, non sono state scomunicate per questo; il secondo, legiferare inasprendo le pene, aggiungendo ad ogni reato l’aggravante dell’abuso dell’ospitalità. Non basta! Inasprite le pene, bisogna restringere, sempre legiferando e nel pieno rispetto dell’autonomia dei magistrati, il potere discrezionale del giudice che gli consente di commisurare la pena partendo dal minimo della stessa, ridotta dalle attenuanti varie. Bisogna che chi stupra sappia che va in carcere e vi resta per dieci anni e così per tutti gli altri gravi reati.

Chi penserà che queste misure e tante altre che non posso qui esporre perché non è questo il luogo, siano esagerate e se la sente di continuare col falso perbenismo e pseudo garantismo, vuol dire che non ha capito nulla di cosa ci spetta, per il nostro futuro prossimo e quello dei nostri figli. Un’ultima riflessione cui invito tutti: Ci rendiamo conto che chiudendo oggi le frontiere, fra trent’anni la popolazione dei nostri cari ospiti, sarà pari o superiore alla nostra?

Ci potranno così comandare, potranno applicare la loro legge, e imporre i loro usi e costumi senza nemmeno darci il tempo a gridare, da una torre di avvistamento sul mare: “Mamma li turchi”!

 

di Redazione

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