Categoria: Rivista Online - Edizione - Dicembre 2015
In occasione dell´apertura del Forum Med "Mediterranean Dialogues" o Med 2015, cui partecipano oltre 200 leader del mondo della politica, diplomazia, cultura, stampa e business, Renzi ha dichiarato la piena disponibilità dell'Italia a guidare una missione di assistenza e formazione a supporto del futuro governo libico. Sempre secondo Renzi, "è necessario impostare una soluzione di respiro strategico e non last minute da parte di Europa e Usa" che, nonostante le molte divergenze, condividono con Mosca l'esigenza di combattere con determinazione Daesh ovvero l´ISIS (noi preferiamo mantenere questa seconda denominazione anziché Daesh perchè non siamo affetti dalla sindrome di Mattia Pascal, se così vogliamo chiamarla, quella di cambiare continuamente nome ai sempre identici sgozzatori islamici).
Al Forum vi partecipano tra gli altri, i ministri degli Esteri russo e britannico Serghiei Lavrov e Philip Hammond - nella formula del "dialogo speciale" - e l'egiziano Sameh Shoukry con la presenza del segretario di Stato americano John Kerry, il quale martedi 15 dicembre sarà a Mosca per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov nell´intento di definire una strategia comune sulla Siria e possibilmente sull´Ucraina. Bene, sotto questa prospettiva migliore occasione non ci sarebbe per definire un piano militare comune, immediato, reale e concreto, atto a mettere in scena la puntata finale della “telenovela” ISIS.
Solo così facendo ne verremo fuori tutti, ma le cose purtroppo non vanno in questo senso; ancorchè l´ONU abbia autorizzato il nostro Paese ad avere la leadership delle operazioni in Libia ove l´ISIS sta rafforzando con successo le proprie posizioni, Renzi, anzicchè prendere la palla al balzo e rendersi utile all´Italia e alla causa comune, fa orecchio da mercante e parla di assistenza e formazione a supporto del futuro governo libico! Evidentemente non si è ancora sintonizzato sulla stessa lunghezza d´onda di EU-USA-Russia: la struttura dell´ISIS va combattuta e distrutta definitivamente con le armi e come fece Ercole con la mitica Idra di Lerna, bisogna schiacciarle la testa.
È su questo punto che oggi Russia e l´indecisa America, nonostante i rapporti non siano quelli dei tempi migliori, stanno lavorando per finalmente elaborare una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, simile a quella approvata nel 1999 per colpire al Qaeda, volta ad attaccare le finanze dell´ISIS, presupposto di una definitiva azione militare congiunta.
La verità sta nel fatto che a chi mancano i fondamentali nel governare e prendere decisioni definitive e irreversibili, viene comodo tenersi da più rami, per timore di non cadere, perché se si spezza quello di destra, resta sempre quello di sinistra. Molti politici non conoscono la virtù, altrimenti saprebbero che “in medio stat virtus” e nel mezzo il ramo da scegliere è uno solo. Sembra che Craxi, quella notte tra il 10 e 11 ottobre 1985 a Sigonella, non abbia insegnato nulla. Gli statisti, però, sono altra cosa e non si possono improvvisare.
Non a caso San Giovanni Paolo II, il Grande diceva:”I capi non si improvvisano, soprattutto in un´epoca di crisi. Trascurare il compito di preparare nei tempi lunghi e con severità d´impegno gli uomini che dovranno risolverla significa abbandonare alla deriva il corso delle vicende storiche”.
Per quanto riguarda, infine, la svilita Italia, i danni interni causati dalla nostra insensata politica di governo asservita alle disastrose direttive europee sono già noti; infiltrazione di terroristi mischiati alle valanghe di non meglio identificati migranti islamici con quant´altro ne consegue. Ai migranti in generale si penserá subito dopo aver chiuso la partita con l´ISIS possibilmente in un contesto allargato a tutta l´Europa, già sapendo però che Islam e democrazia non possono coesistere. Non possiamo accettare, al buon fine dell'integrazione e comunque della desiderabile civile convivenza, concezioni e principi che negano alla radice i fondamenti della nostra fede e civiltà democratica per come le viviamo e conosciamo. La sola via d´uscita è "secolarizzare" l'Islam rendendolo compatibile con le nostre strutture democratiche, pur senza cancellarne l´identità, ma questo è un processo lungo e difficile la cui esecuzione spetta a coloro che desiderano integrarsi nel contesto occidentale e non viceversa (islamizzazione dell´Occidente) per come si pretenderebbe!
Esigenza prioritaria, comunque al momento, è estirpare come anzidetto la radice del male all´origine, nei territori occupati da quell´ISIS che ha dichiarato guerra alla nostra civiltà e ove, per una complicata serie di interessi politico-religiosi fino al decisivo intervento russo in Siria, da anni non si erano visti progressi ma solo morti e distruzioni. A riprova di ciò, il nostro governo pensa ancora di risolvere il problema con cautela e diplomazia, gli USA fino ad ora ambigui, cercano solo adesso un possibile accordo politico-militare con la Russia e le potenze europee agiscono isolatamente per impulso o reazione mentre l´ISIS, sempre più spavalda, osa minacciare le capitali europee, Roma in primis.
Concludendo, prima che sia troppo tardi, o l´Occidente trova subito un accordo, si rimbocca le maniche per entrare in campo e chiudere una partita con ISIS già durata insensatamente oltre i tempi supplementari o non resta che sperare nel moderno “crociato” Putin, l´unico ad aver dimostrato coraggio e determinatezza nell´affrontare le orde islamiche in difesa dei propri interessi e, per quanto ci riguarda, dei valori occidentali.
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